Secondo alcune fonti Augusta fu fondata dall’imperatore Augusto nel 42 a.C.. Ma fu Federico II di Svevia a renderla una città strategica nel corso del suo primo viaggio in Sicilia. Di quel periodo Augusta conserva la sua conformazione urbanistica a scacchiera e l’ampia mole del Castello Svevo, trasformato dai Borboni in carcere alla fine del XIX secolo, funzione che ha avuto sino agli anni '70. Augusta divenne importante porto militare nel periodo aragonese e nel 1571 ospitò la flotta cristiana che avrebbe affrontato i Turchi a Lepanto. Ha rivestito un ruolo strategico nel controllo delle rotte del Mediterraneo anche nel corso della Seconda guerra mondiale. Ancora oggi Augusta è un’importante base della Marina militare. L’ingresso della parte più antica della città è segnato dalla Porta Spagnola, costruita nel 1681. A Sud la città si affaccia sulla Rada di Augusta, racchiusa da un’ampia diga foranea. Spiccano nel porto le fortificazioni spagnole della città, i forti Garcia e Vittoria (realizzati verso la metà del Cinquecento) e il forte Avalos, eretto nel 1569. Nel centro storico la chiesa della Anime Sante (XVII secolo); San Giuseppe; l’Annunziata; il convento e la chiesa dei Domenicani (XVI secolo su una pianta duecentesca); la chiesa Madre, costruita a partire dal 1644, riedificata dopo il terremoto del 1693 per essere completata nel 1769. Infine, il palazzo del municipio (1699) che presenta sul frontespizio un’aquila imperiale sveva ed una meridiana costruita per ricordare l’eclissi totale del 1870.
Following some sources, Augusta was founded by the emperor Augusto in 42 b. C.. But Frederick 2nd of Swabia changed it into a strategic town during his first journey in Sicily. Of that period Augusta keeps its urban chessboard map and the wide size of the Swabian castle, changed in jail by the Borbons at the end of 19th century, role kept until the Seventies. Augusta became important military harbour in the Aragon period and in 1571 it hosted the Christian shipping that would have faced the Turkish in Lepanto. It had a strategic role in the control of the routes of Mediterranean sea, even during the second world war. Still today, Augusta is an important Navy district. The entrance of the most ancient part of the town is the Spanish Door, built in 1681. South, the town appears on the roadsted of Augusta, contained from a wide outer breakwater. In the harbour there are the Spanish fortifications of the town, the Garcia and Vittoria forts (carried out towards the middle of the 16th century) and the Avalos fort, built in 1569. In the historical centre the church of the Saint Souls (17th century); St Joseph; the Annunciation; the monastery and the church of the Dominican Monks (16th century on a 13th century map); the cathedral, built from 1644, rebuilt after the earthquake of 1693 and finished in 1769. Finally, the town hall (1699) with a Swabian imperial eagle on the front and a dial built to remind the total eclipse of 1870.
AVOLA
74.27
AVOLA
Popolazione: 31328
Superfice: 74.27 Km2
Indirizzo: Corso Garibaldi - 96012
Indirizzo Web: www.comune.avola.sr.it
Avola risorse in due anni dopo il terribile sisma del 1693 nella piana ai piedi del monte Aquilone, sul quale sorgeva l’antica città distrutta dal terremoto. Dopo il terremoto, venne riprogettata secondo un disegno dell’ingegnere gesuita Angelo Italia che proponeva una rigida geometria, in un sistema figurativo a croce con quattro piazze e porte urbiche inserito nell’ambito di un esagono, sul modello delle città rinascimentali chiuse da mura, come Palmanova o Grosseto. Italia, a parte i riferimenti simbolici ed esoterici, progettò la nuova città pensando letteralmente a come governare la natura distruttrice, che aveva cancellato l’antica città provocando la morte di migliaia di persone. Così la pianta, "ruotata" in direzione e distanze opposte dall’asse eliotermico, gode dell’effetto conseguente di una temperatura estiva ed invernale mitigate.
Avola rose again in two years after the terrible earthquake in 1693, in the plain at the bottom of mount Aquilone, on which arose the ancient town destroyed by the earthquake. After the earthquake, it was re-planned following a design by the Jesuit engineer Angelo Italia, suggesting a strict geometry, in a figurative system at cross with four squares and town doors placed within an hexagon, following the renaissance town closed by walls, as Palmanova or Grosseto. Italia, except from the symbolic and exoteric references, planned the new town thinking literally about how to govern the destroying nature, responsible of the erasing of the ancient town causing the death of thousand of people. So the map, “rounded” in direction and distances opposite to the helio-thermal axis, has the consequent effect of a lessened summer and winter temperature.
Alle pendici del Monte Lauro, in mezzo a boschi di castagni, noccioli e sugheri, Buccheri è il più alto comune della provincia di Siracusa, a 820 metri d’altitudine. Fondato dagli arabi, impegnati a realizzare una serie di fortificazioni per difendere l’alta valle dell’Anapo (costruirono pure Buscemi e Cassaro) furono però i Normanni a dare l’impulso per la nascita di un borgo intorno a una fortezza più munita rispetto alla costruzione araba. L’origine del toponimo, comunque, è contrastata: secondo alcuni, Buccheri deriverebbe dal nome del generale arabo che costruì la prima fortezza, che si sarebbe chiamato Bucker. Altri, però, indicano l’origine del nome del paese nel termine latino "buquerium", che significa pascolo comune. In piazza Roma caratteristica la cinquecentesca Fontana dei Canali; la settecentesca chiesa di Santa Maria Maddalena, la cui facciata è in parte opera di Michelangelo Di Giacomo. Alla chiesa di Sant’Antonio Abate, edificata in varie fasi per oltre un secolo dal 1702 al 1815 si arriva da una lunga scalinata costruita nel 1911. Sant’Antonio, con la sua facciata su tre ordini, domina letteralmente il paese. L’interno, a pianta simile a quella di una basilica, è a tre navate. Sul colle Tereo i resti del castello normanno che domina un magnifico panorama. Nella parte bassa del paese la chiesa Madre dedicata a Sant’Ambrogio. Nei dintorni la chiesa di Sant’Andrea, un raro esempio di architettura religiosa sveva del XIII secolo. Nella stessa zona, immersa in uno stupendo paesaggio rurale, la gola della Stritta, un canyon ricco di grotte formato dall’erosione del fiume San Leonardo.
At the bottom of Mount Lauro, among woods of chestnuts, hazels and cork trees, Buccheri is the highest town in the province of Siracusa, 820 mt above sea level. Founded by Arabs, during their effort to carry out a series of fortifications to defend the high Anapo Valley (they built even Buscemi and Cassaro), with the Normans it began a village around a fortress, more equipped than the Arab one. The origin of the word “Buccheri” is not certain: following someone, the town was named Buccheri after “Bucker”, the name of an Arab general who built the first fortress. Some other thinks the origin of the name is in the Latin “buquerium”, meaning “common pasture”.
In Piazza Roma there is the characteristic Fountain of Canals, of 16th century, the Church of St Mary Magdalene, of 18th century, whose front is in part by Michelangelo Di Giacomo. Through a long scale built in 1911 you can arrive to the church of St Anthony Abbot, built in many steps for more than a century from 1702 to 1815. St Anthony, with its three orders front, literally dominates the town. The interior, with basilica-like plant, is divided in three aisles. On the Tereo hill there are the remains of the Norman castle dominating a wonderful panorama. At the bottom of the town the cathedral dedicated to St Ambrose. In the nearby there is the church of St Andrew, a rare example of Swebian religious architecture of the 13th century. In the same zone, inside a marvellous rural countryside, the gorge of the “Stritta”, a canyon full of grottos made by the erosion of San Leonardo river.
BUSCEMI
51.57
BUSCEMI
Popolazione: 1129
Superfice: 51.57 Km2
Indirizzo: Corso V.Emanuele - 96010
Indirizzo Web: www.comune.buscemi.sr.it
Buscemi come altri centri della zona montana del Siracusano nell’area dell’alta valle dell’Anapo, nacque nel VI secolo d.C. come fortezza araba: un castello arabo dal nome "Qal’at Abi Samah", modificato poi in Buxema e Bussema, oggi Buscemi. Anche questo piccolo centro (conta 1.247 abitanti) subì danni gravissimi dal sisma che nel 1693 sconvolse la val di Noto. Ed anche Buscemi fu oggetto, come tutti i centri della zona, di un’intensa ricostruzione di edifici civili, ma soprattutto religiosi secondo i canoni imperanti in quel tempo dell’"anarchia equilibrata", come la definisce Vincenzo Consolo, del barocco Lungo corso Vittorio Emanuele, spicca il prospetto della chiesa Madre , che conserva una statua lignea dell’Addolorata realizzata nel 1732 da Filippo Quattrocchi. Poco distante la chiesa di San Giacomo, caratterizzata da una particolare pianta ellittica. In piazza Roma la chiesa di San Sebastiano con i suoi affreschi che descrivono scene bibliche, mentre interessanti elementi architettonici presenta la chiesa di Sant’Antonio da Padova. La chiesa del Carmine, che risale alla fine del Settecento custodisce un prezioso gruppo marmoreo: l’Annunciazione con la Vergine e l’Angelo risalente al XVI secolo, realizzato dalla scuola di Antonello Gagini. Risale al Cinquecento il santuario della Madonna del Bosco, appena fuori dal paese, dove è custodito un dipinto su intonaco che rappresenta la Madonna patrona del paese. Nei dintorni di Buscemi anche esempi di culto paleocristiano, come la chiesa rupestre di San Pietro, risalente al V secolo.
Fondata verso la fine del XVII secolo dal marchese Mario Daniele, proprietario dei feudi dei Bagni, Canicattini si caratterizza per il gusto liberty delle sue costruzioni. Nato come colonia agricola nel 1678, il paese fatto di piccole case contadine si ampliò sino al 1882. Risale a quel periodo la chiesa Madre, oggetto di lavori di restauro che ne hanno compromesso l’aspetto originario, il Municipio, edificio che risale ai primi del Novecento. In via dei Mille la chiesa delle Anime sante, oggetto di lavori nel 1824 e nel 1904. Lungo via Regina Elena, via Vittorio Emanuele, via Umberto e Via Garibaldi, il tripudio del liberty canicattinese, fatto di finestre, balconi e mensole decorate in stile floreale. A un chilometro dal paese, il ponte di Sant’Alfano, della fine del Settecento, formato da un’unica grande arcata sul dirupo della cava Cardinale.
Founded around the end of 17th century by marquis Mario Daniele, owner of feudal lands of “Baths” (Bagni), Canicattini is characterized by the liberty style of its buildings. Born as agricultural colony in 1678, the town made by little farmer houses widened until 1882. Of that period the mother church, restored with many changes to its original aspect, the town hall, building of the first years of 20th century. In Mille street there’s the Saint Souls Church, restored in 1824 and 1904. Along Queen Helen street, Vittorio Emanuele street, Umberto street and Garibaldi street, you can see the triumph of liberty style in Canicattini, made by windows, balconies and floral style decorated brackets. One kilometre far from the town, the bridge St Alfano, of the end of 18th century, made by a big arch on the precipice of Cardinale quarry.
Fondata nel 1551 su un colle che domina la piana di Catania, Carlentini fu concepita dal vicerè spagnolo Giovanni de Vega come rifugio per gli abitanti dell’antica Lentini sottoposti in quegli anni alle incursioni dei turchi ma anche decimati alla malaria causata dalla vicinanza del Biviere. Deve il suo nome all’imperatore Carlo V e alla sua filiazione da Lentini. Come molte altre città della Val di Noto, anche Carlentini fu quasi completamente distrutta dal terremoto del 1693. Conserva, tuttavia, la pianta a scacchiera tipica degli antichi borghi siciliani di fondazione signorile, comune in altri centri della provincia di Siracusa (Floridia, Solarino, Priolo) organizzata sull’asse longitudinale di via Cavour e piazza Diaz. Lo sviluppo urbanistico degli ultimi anni ha portato il paese ad allargarsi sino a fondersi con Lentini. Inconsueto il campanile della chiesa Madre, dedicata all’Immacolata, ricostruita pochi anni dopo il terremoto del 1693, alto 34 metri.
Founded in 1551 on a hill dominating the plane of Catania, Carlentini was thought by the Spanish viceroy Giovanni De Vega as shelter for the inhabitants of the ancient Lentini, submitted in those years to the incursions of Turkish, but also decimated from malaria caused by the nearness of Biviere. Its name is after the emperor Charles 5th and its coming from Lentini. As many other towns of Noto Valley, even Carlentini was almost completely destroyed by the earthquake in 1693. It keeps, nevertheless, the chessboard map typical of the ancient Sicilian villages founded by the lords, common in other centres of the province of Siracusa (Floridia, Solarino, Priolo), organized on the longitudinal board of Cavour street and Diaz square. The urban development in the last years led the town to improve its area and join Lentini.
Unusual the bell tower of the cathedral, dedicated to the “Immacolata” (St Mary), rebuilt a few years after the earthquake of 1693, 34 metres high.
CASSARO
19.40
CASSARO
Popolazione: 817
Superfice: 19.40 Km2
Indirizzo: Via Don Minzoni
- 96010
Indirizzo Web: www.comune.cassaro.sr.it
FERLA
24.77
FERLA
Popolazione: 2600
Superfice: 24.77 Km2
Indirizzo: Via Gramsci, 13
- 96010
Indirizzo Web: www.comune.ferla.sr.it
Ferla deve il suo nome ad una pianta che cresce rigogliosa nella alta valle dell’Anapo: la ferula. Ricostruita dopo il devastante terremoto del 1693 in un sito un po’ più a Nord dell’antico bordo medievale raso al suolo dal sisma, oggi Ferla presenta un impianto urbano a croce. La vita del paese è concentrata su corso Vittorio Emanuele dove si affacciano le chiese di marcata impronta barocca del paese. La chiesa più grande di Ferla è San Sebastiano, la cui facciata è caratterizzata da un variegato gruppo scultoreo che raffigura il martirio del santo. La facciata, realizzata tra il 1734 e il 1741, è opera dell’architetto Michelangelo Di Giacomo. Oltre alla chiesa Madre, dedicata a San Giacomo, risalente al 1714 su una chiesa preesistente, all’incrocio con via Braida il sagrato della chiesa di Sant’Antonio, la cui facciata si caratterizza per le influenze barocche dell’architetto Rosario Gagliardi. L’edificio però è in precarie condizioni: presenta una pianta a croce greca e una cupola ottagonale. La chiesa di Santa Maria del Gesù, già esistente nel XV secolo, conserva una scultura marmorea della Madonna col Bambino della scuola di Antonello Gagini e un crocefisso in legno del Seicento di Giovanni Pintorno.
Ferla takes its name from a plant growing luxuriant in the high Anapo valley: the “ferula”. Re-build after the terrifying earthquake of 1693 in a place to the north of the ancient medieval village destroyed by the earthquake, today Ferla has a crossed urban map. Town life develops in Vittorio Emanuele course, where there are churches with a specific baroque hallmark. The biggest church of Ferla is St Sebastian, whose front is characterized by a various sculptured group representing the martyrdom of the Saint. The front, carried out between 1734 and 1741, is by the architect Michelangelo Di Giacomo. Besides the mother church, dedicated to St James, build in 1714 on a pre-existent church, in the crossing with Braida street, the stairs of St Anthony church, whose front is characterized by the baroque influences of the architect Rosario Gagliardi. The building is in bad conditions: it has a Greek cross map and an octagonal dome. The church of St Mary of Jesus, already existing in the 15th century, keeps a marble sculpture of the Madonna with Child of the school of Antonello Gagini and a wood crucifix of the 17th century by Giovanni Pintorno.
FLORIDIA
26.22
FLORIDIA
Popolazione: 22686
Superfice: 26.22 Km2
Indirizzo: Piazza Umbero I
- 96014
Indirizzo Web: www.comune.floridia.sr.it
Il centro storico del paese, fondato nel 1627 dal barone Lucio Colonna, ha la caratteristica maglia squadrata dei borghi agricoli siciliani fondati a cavallo tra XVI e XVII secolo. Il nome di Floridia potrebbe derivare dal latino Florum Dea o Florum Diva. Ma è più probabile che si tratti della translitterazione del toponimo greco Xiuriddia o Xiridia, che significa "canto in onore della dea Flora". Infatti, nei primi anni delle fondazione, il paese fu dedicato proprio a Santa Flora, un culto soppiantato in seguito da quello della Madonna ed ancora in seguito dai riti dell’Ascensione, che resta ancora oggi la principale festa religiosa della città. Legata alle celebrazioni dell’Ascensione, la vera propria passione per il cavalli: a Floridia si corre a maggio un grande palio. Il cuore della cittadina, centro di fiorente commercio, è piazza del Popolo su cui sorge la settecentesca chiesa Madre dalla facciata barocca convessa, slanciata al centro su tre ordini sormontati da un orologio collocato nell''800. Sulla piazza si affaccia anche il municipio, ultimato nel 1854. Al numero 4 di via Roma un'insegna indica "la prima casa di Floridia", risalente al 1627, che attualmente ospita un circolo privato. Ancora, su via Roma superato corso Vittorio Emanuele la chiesa di Sant'Anna, risalente alla prima metà del Settecento; in piazza Marconi la chiesa del Carmine, costruita nel XVII secolo ed ampliata nel 1815. La facciata, rifatta nel 1923, è caratterizzata da una serie di nicchie con statue di santi ed una Madonna.
The town historical centre, founded in 1627 by baron Lucio Colonna, has the typical squared map of the Sicilian agricultural villages founded between the 16th and 17th century. The name Floridia could come from Latin Florum Dea or Florum Diva. But it’s more probable it’s the translation of the Greek word Xiuriddia or Xiridia, meaning “song in honour of the goddess Flora”. In fact, in the first years of the foundation, the town was dedicated really to St. Flora, a cult in the following years replaced with that of Madonna and afterwards with the Ascension ceremony, today still the main religious party of the town. Linked to the Ascension ceremony, the very passion for horses: in Floridia there is in May a great racing silk. The town heart, centre of flourishing commerce, is Popolo square, on whom arises the 18th century mother church, from the baroque convex front, slender in the centre on two orders surmounted by a watch put during the 19th century. On the square there is also the town hall, finished in 1854. At number 4 in Roma street a sign shows “the first house of Floridia”, 1627, currently hosting a private club. And, on Roma street, passed Vittorio Emanuele course, there’s the church of St Anne, of the first half of 18th century; in Marconi square there is the Carmine church, built in 17th century and widened in 1815. The front, re-made in 1923, is characterized by a series of niches with statues of saints and a Madonna.
Francofonte contende ad altre cittadine della piana di Catania il titolo di capitale del tarocco. Circondata da imponenti aranceti, le origini di Francofonte vengono individuate nell'antica città di Hydia, di cui parla Tolomeo, come posta tra Sergention e Leontinoi. In effetti ruderi di un vecchio castello circolare e di una torre sono stati individuati a poca distanza dall’attuale centro abitato, in contrada Iadera. Piazza Garibaldi è il nucleo centrale del paese, impreziosito dal settecentesco palazzo Palagonia, conosciuto anche come palazzo del Marchese, attualmente sede del Municipio, oltre che dalla facciata della chiesa Madre. Il palazzo, considerato uno dei maggiori esempi di edifici civili barocchi nel Siracusano, fu costruito sull’area orientale di un castello dei Chiaramonte risalente alla seconda metà del Trecento.
Francofonte fights with other towns in the plane of Catania to have the title of Tarocco (a kind of orange) capital. Surrounded by huge orange fields, the origins of Francofonte come from the ancient town of Hydia, described by Tolomeo, between Sergention and Leontinoi. Actually, remains of an old circular castle and of a tower have been discovered at a few distance from the current inhabited centre, in Contrada Iadera. Garibaldi Square is the heart of the town, made precious by Palagonia palace, of the 18th century, known also as Palace of the Marquis, currently Town Hall, and by the front of the cathedral. The palace, considered as one of the best examples of baroque civil buildings in Siracusa, was built on the eastern area of a castle of Chiaramonte family, of the second half of the 14th century.
LENTINI
215.84
LENTINI
Popolazione: 24484
Superfice: 215.84 Km2
Indirizzo: Piazza Umberto I
- 96016
Indirizzo Web: www.comune.lentini.sr.it
Come capitò ad altri centri della Sicilia sudorientale dopo il disastroso terremoto del 9 ed 11 gennaio 1693, gli abitanti della antica Leontinoi, rasa al suolo dal sisma, ricostruirono la città nella valle di San Mauro, sulle ultime propaggini dei monti Iblei. Il centro storico di Lentini, così, risulta di aspetto settecentesco. In piazza Dante, la chiesa della Santissima Trinità e San Mareiano col monastero delle Clarisse. Nelle vicinanze la chiesa della Fontana, che prende il nome da un’acquasantiera romanica decorata con figure allegoriche. Nella chiesa Madre, dedicata a Sant’Alfio patrono della città insieme ai fratelli Filadelfo e Cirino l’ipogeo del III secolo d.C. con quelle che si ritengono le spoglie dei tre martiri.
As for other centres of south eastern Sicily, after the terrible earthquake on 9th and 11th January 1693, the inhabitants of ancient Leontinoi, destroyed by the earthquake, rebuilt the town in St Mauro Valley, on the last stips of Iblei Mountains. So, the historical centre of Lentini has a 18th century aspect. In Dante square, the church of Very St Trinity and St Mareiano, with the Monastery of St Claire nuns. In the nearby the church of the Fountain, called after a Romanic saint-water box decorated with allegoric figures. In the cathedral, dedicated to St Alfio, town patron with his brothers Filadelfo and Cirino, there is the hypogeus of the 3rd century A.D., with the presumed spoils of the three martyrs.
Distrutto dai terremoti del 1542 e del 1693, il centro abitato di Mellilli sorge sulle pendici dei monti Climiti su una terrazza naturale sulla rada di Augusta. Il toponimo deriva dalla produzione del rinomatissimo miele degli Iblei, una tradizione condivisa con la vicina Sortino. Dopo il sisma del 1693, Melilli mantiene nel centro dell’abitato la chiesa Madre, dedicata a San Nicolò, caratterizzata da un soffitto dipinto a tele incastonate raffiguranti il Trionfo delle Fede di Olivo Sozzi. Il Santuario di San Sebastiano, il patrono del paese, è stato eretto nel 1751 su disegni di Luis Alexandre Dumontier. L’interno è arricchito con pregevoli affreschi di Sozzi, Letterio Paladino, Campolo e Francesco Gramignani. L’altare maggiore è un paliotto opera di Ignazio Marabitti che raffigura la deposizione di San Sebastiano.
Destroyed by the earthquakes of 1542 and 1693, the inhabited centre of Melilli arises on the bottom of Climiti Moutains, on a natural terrace on the roadstead of Augusta. The word comes from the production of the very famous honey of Iblei Mountains, a common tradition with the close Sortino. After the earthquake of 1693, Melilli saves in the centre the cathedral, dedicated to St Nicholas, characterized by a roof pictured with images representing the Triumph of Faith by Olivo Sozzi. The sanctuary of St Sebastian, patron of the town, was built in 1751 following the pictures by Luis Alexandre Dumontier. The interior is enriched with precious frescos by Sozzi, Letterio Paladino, Campolo and Francesco Gramignani. The main altar is a frieze by Ignazio Marabitti, representing the deposition of St Sebastian.
NOTO
448.17
NOTO
Popolazione: 23704
Superfice: 448.17 Km2
Indirizzo: Piazza Municipio
- 96017
Indirizzo Web: www.comune.noto.sr.it
Capitale del barocco, Noto fu fondata nel 1703 sul colle di Meti dopo che l’Iliade funesta del terremoto del 1693 aveva raso al suolo la millenaria città che portava lo stesso nome. Fu città "Capovalle" sino al 1817, quando perse questa prerogativa (che le era stata attribuita ai tempi della dominazione araba) a vantaggio di Siracusa, per tornare capoluogo dal 1836 sino al 1865 grazie ai Borboni. Nel ’66 con la soppressione delle corporazioni religiose, fortemente legate al tessuto economico e sociale della città, Noto subì un vero e proprio processo di involuzione politico-economica. Oggi conta quasi 22 mila abitanti, e lotta per mantenere vivo il suo "giardino di pietra", come lo ha definito Cesare Brandi: il suo immenso patrimonio barocco.
Capital of Baroque, Noto was founded in 1703 on the Meti Hill, after the tragedy of the earthquake of 1693, that had razed to the ground the millenarian city with the same name. It was “Valley chief” town until 1817, when it lost this prerogative (given it during the Arab domination) in advantage of Siracusa, to become again principal town from 1836 to 1865 thanks to the Borbons. In 1866, with the abolition of the religious corporations, strongly linked to the economic and social tissue of the city, Noto was under a real process of politic-economic decline. Today it has almost 22 thousand inhabitants, and it fights to maintain alive its “stone garden”, as Cesare Brandi defined: its huge Baroque heritage.
PACHINO
50.47
PACHINO
Popolazione: 22068
Superfice: 50.47 Km2
Indirizzo: Via XXV Luglio, 1
- 96018
Indirizzo Web: www.comune.pachino.sr.it
Fondata nel 1578 dai principi Starrabba Alagona del Giardinello, Pachino è il principale centro agricolo della zona Sud della provincia di Siracusa. Fiorente la sua agricoltura, basata essenzialmente sulle coltivazioni serricole dei primaticci. Famoso nel mondo è il pomodorino di Pachino, specie che cresce a grappoli nelle serre della zona. Ma da Pachino partono per tutta Europa primizie di ogni tipo, come ad esempio la zucchina. Famoso è anche il melone, pure produzione delle serre. Di qualità anche la produzione vinicola della zona. La pianta della città è a costruzione rigorosamente geometrica e testimonia la sua fondazione come borgo rurale. Unico aspetto monumentale di rilievo è la chiesa Madre, dedicata al Santissimo Crocefisso, realizzata nel 1790.
Founded in 1578 by princes Starrabba Alagona of the Giardinello, Pachino is the main agricultural centre of the Suth zone of the province of Siracusa. Flourishing its agriculture, based especially on greenhouses cultivations of typical products. Famous in the world is the little tomato of Pachino, species growing in grapes in the greenhouses of the zone. But from Pachino many products of every kind leave for the whole Europe, for instance the little pumpkin. Famous is also the melon, another product of the greenhouses. Of good quality also the wine production of the zone. The town map is strictly geometrical and witnesses its foundation as rural village. The only important monumental aspect is the mother church, dedicated to the very saint Crucifix, carried out in 1790.
Palazzolo Acreide è un affascinante comune situato nella provincia di Siracusa, in Sicilia. Con una storia che affonda le radici nell'antica Grecia, la città fu fondata come colonia siracusana nel 664 a.C. e chiamata Akrai. Durante l'epoca greca, Akrai divenne un importante centro culturale e politico, arricchito da strutture come il Teatro Greco e il Bouleuterion, oggi parte di un'area archeologica che attira molti visitatori.
Con l'arrivo dei Romani, Palazzolo Acreide mantenne la sua prosperità, come dimostrano le numerose rovine romane che ancora si possono ammirare. Nei secoli successivi, la città attraversò periodi di dominazione bizantina, araba e normanna, ognuno dei quali lasciò un segno profondo nel tessuto urbano e culturale.
Il terremoto del 1693 fu un evento catastrofico che devastò gran parte della Sicilia orientale, ma da questo disastro emerse una rinascita artistica e architettonica. Palazzolo Acreide fu ricostruita in stile barocco, e oggi le sue strade sono costellate di magnifici edifici barocchi, come la Chiesa di San Paolo e la Chiesa di San Sebastiano, che stupiscono per le loro facciate elaborate e i ricchi interni.
La città ospita anche il Museo dei Viaggiatori in Sicilia, che offre uno sguardo affascinante sulla storia del Grand Tour attraverso mappe, libri e altri reperti storici. Un'altra attrazione imperdibile è la Casa-Museo Antonino Uccello, che conserva e celebra le tradizioni contadine siciliane con una vasta collezione di oggetti etnografici.
Passeggiando per il centro storico di Palazzolo Acreide, si può ammirare una varietà di palazzi e architetture barocche, come il Palazzo Cappellani e il Palazzo Pizzo. Ogni angolo della città racconta una storia, riflettendo le diverse epoche e influenze che hanno modellato il suo sviluppo.
Oltre al suo patrimonio storico e culturale, Palazzolo Acreide è nota per la sua tradizione culinaria. I piatti tipici siciliani, ricchi di sapori autentici, offrono un'esperienza gastronomica che completa il fascino di questa incantevole città. Palazzolo Acreide è dunque una meta ideale per chi desidera immergersi nella storia, nell'arte e nella cultura della Sicilia.
Palazzolo Acreide is a charming town located in the province of Syracuse, Sicily. With a history that dates back to ancient Greece, the city was founded as a Syracusan colony in 664 BC and named Akrai. During the Greek era, Akrai became an important cultural and political center, enriched by structures such as the Greek Theater and the Bouleuterion, now part of an archaeological area that attracts many visitors.
With the arrival of the Romans, Palazzolo Acreide maintained its prosperity, as evidenced by the numerous Roman ruins that can still be admired. In the following centuries, the city experienced periods of Byzantine, Arab, and Norman domination, each leaving a profound mark on its urban and cultural fabric.
The earthquake of 1693 was a catastrophic event that devastated much of eastern Sicily, but from this disaster emerged an artistic and architectural renaissance. Palazzolo Acreide was rebuilt in the Baroque style, and today its streets are lined with magnificent Baroque buildings, such as the Church of St. Paul and the Church of St. Sebastian, which amaze with their elaborate facades and rich interiors.
The city also hosts the Museum of Sicilian Travelers, offering a fascinating glimpse into the history of the Grand Tour through maps, books, and other historical artifacts. Another must-see attraction is the Antonino Uccello House-Museum, which preserves and celebrates Sicilian peasant traditions with a vast collection of ethnographic objects.
Strolling through the historic center of Palazzolo Acreide, one can admire a variety of Baroque palaces and architecture, such as the Cappellani Palace and the Pizzo Palace. Every corner of the city tells a story, reflecting the different eras and influences that have shaped its development.
In addition to its historical and cultural heritage, Palazzolo Acreide is known for its culinary tradition. Typical Sicilian dishes, rich in authentic flavors, offer a gastronomic experience that complements the charm of this enchanting city. Palazzolo Acreide is therefore an ideal destination for those who wish to immerse themselves in the history, art, and culture of Sicily.
L’economia di Portopalo è basata essenzialmente sulla pesca e sulla fiorente attività del suo mercato ittico. Nella piazza principale del paese la chiesa di San Gaetano, patrono della città, costruita intorno al 1812. Sulla costa tracce di silos ed antichi impianti portuali. Una necropoli del III secolo a.C. è stata recentemente scoperta in contrada Manniri. Di fronte alla costa è l’Isola di capo Passero, alla quale, con la bassa marea, si può anche arrivare a piedi. Ospita un faro ed una torre seicentesca costruita dopo che la fortezze voluta nel XVI secolo da Carlo V per difendere la costa dalle scorribande dei pirati fu distrutta nel 1526 dai Turchi. L’isola è inserita tra le tredici località siciliane che la Società Botanica Italiana considera di interesse per l’eccezionalità della vegetazione.
The economic activity of Portopalo is based especially on fishing and on the flourishing activity of its fish market. In the main town square there is the church of St Gaetano, patron saint of the town, built around 1812. On the coast there are traces of silos and ancient port equipments. A necropolis of the 3rd century b.C. has recently been discovered in Manniri street. In front of the coast there is Capo Passero island whom, with low tide, you can reach even on foot. It has a lighting house and a 17th century tower, built after the fortress, wished in the 16th century by Charles 5th to defend the coast from the pirates’ attacks, was destroyed in 1526 by Turks. The island is among the thirteen Sicilian places considered interesting for their exceptional vegetation by the Italian Botanical Society.
PRIOLO GARGALLO
57.59
PRIOLO GARGALLO
Popolazione: 12167
Superfice: 57.59 Km2
Indirizzo: Via Nicola Fabrizzi
- 96010
Indirizzo Web: www.comune.priologargallo.sr.it
Tra Augusta e Siracusa, ai piedi dei verdi monti Climiti, circondato dalle industrie del polo petrolchimico, Priolo sorge a poca distanza da uno dei luoghi della costa del Siracusano che furono abitati dai Siculi. Il villaggio preistorico di Trogylos e i resti di Thapsos, l’attuale penisola Magnisi, con la sua imponente necropoli, fondata nello stesso periodo di Megara Hyblaea. Sul territorio di Priolo, occupato in gran parte dagli stabilimenti petrolchimici, resistono tuttavia importanti vestigia di epoca romana, come l’Aguglia di Marcello, fortificazione che domina la piana di Targia; o paleocristiana, come la Basilica di San Focà, fondata da Germano, vescovo di Siracusa, nel V secolo d.C., la catacomba di Manomozza. Sui monti Climiti, le cui pendici sono caratterizzate da una rigogliosa macchia mediterranea, il complesso settecentesco del Casino grande.
Between Augusta and Siracusa, at the bottom of the green Climiti Mountains, surrounded by the industries of the petrochemical centre, Priolo lies just at a few kilometres from one of the point of Siracusa coast, once inhabited by the Siculi. The prehistoric village of Trogylos and the remains of Thapsos, the current Magnisi peninsula, with its huge necropolis, founded in the same period as Megara Hyblea. On the territory of Priolo, occupied for a big part by the petrochemical industries, last nevertheless important remains of Roman age, as the Marcello’s Aguglia, a fortification lying on the plain of Targia; or of paleo-Christian age as the Church of S. Focà, founded by Germano, bishop of Siracusa, in the 5th century A.D., and the catacomb of Manomozza. On the Climiti mountains, whose bottom is characterized by a luxuriant Mediterranean scrub, the 18th century estate of the big Casino.
ROSOLINI
76.15
ROSOLINI
Popolazione: 21526
Superfice: 76.15 Km2
Indirizzo: Via Roma, 2
- 96019
Indirizzo Web: www.comune.rosolini.sr.it
Nata all’inizio del XVI secolo, a Rosolini non resta nulla di quel tempo. Il centro storico del paese, infatti, è tutto di impronta ottocentesca. Però, in zona, resta una piccola chiesa rupestre di epoca paleocristiana nei ruderi del complesso, che risale al Seicento, del castello dei Platamone. L’impianto ortogonale della città si sviluppa intorno alla piazza centrale, piazza Garibaldi, su cui si affacciano il palazzo comunale e la chiesa Madre, dedicata alle Anime del purgatorio. Piazza Masaniello è caratterizzata dalla fontana dei Tritoni, costruita tra il 1898 e il 1903. Nelle contrade del paese importanti testimonianze del passato. All’interno della cava grande di Rosolini, in contrada Stafenna, una zona di stanziamenti umani che vanno dalla protostoria sino al periodo bizantino. Sulla balza della cava i resti di un antico insediamento siculo della cultura iblea.
Built at the beginning of the 16th century, Rosolini has nothing reminding that period anymore. The town historical centre is completely of 19th century hallmark. But in the zone, there’s a little rock church of paleo-Christian age in the remains of the estate, of the 17th century, of the Platamone castle. The orthogonal map of the town grows around the main square, Garibaldi square, on which there are the town hall and the mother church, dedicated to the Souls of Purgatory. Masaniello square is characterized by the fountain of Tritons, built between 1898 and 1903. In the town streets there are important witnesses of the past. Inside the great quarry of Rosolini, in Stafenna street, there is a zone of human settlements going from the proto-history to the Byzantine period. On the leap of the quarry there are the remains of an ancient Sicul settlement of Hybleian culture.
(C.A.P. 96100), capoluogo di provincia, dista 217 Km. da Agrigento, 191 Km. da Caltanissetta, 58 Km. da Catania, 172 Km. da Enna, 154 Km. da Messina, 307 Km. da Palermo, 81 Km. da Ragusa, 390 Km. da Trapani. Il comune conta 127.224 abitanti e ha una superficie di 20.408 ettari per una densità abitativa di 623 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona pianeggiante, posta a 17 metri sopra il livello del mare. Il municipio è sito in piazza Duomo n. 1, tel. 0931-462355 , numero verde 800299507. L'indirizzo di posta elettronica è il seguente: admin@comune.siracusa.it. Le attività economiche principali sono l'agricoltura, l'allevamento e la pesca. Dagli anni '50 si è registrato anche un notevole sviluppo industriale. I prodotti maggiormente coltivati sono l'uva, i cereali, le olive, le mandorle, gli ortaggi e gli agrumi. Gli allevamenti presenti sono quelli di bovini, ovini e suini. La città derivò il suo nome dalla vicina palude Sykara nel sec. VIII a. C., quando fu fondata dai Corinzi. Inizialmente costituitasi nell'isola di Ortigia, popolata fin dal sec. XIV a:C. da Siculi e Fenici, nel corso dei secoli la città cominciò ad espandersi nella terraferma. Nei secoli VII e VI a.C. fondò le colonie di Akrai, Casmene e Camarina. Nel 485 fu conquistata da Gelone, tiranno di Gela, che vinse i Cartaginesi nel 480 a.C. ad Imera. Dal 479 a.C. al 467 a.C. Siracusa fu governata da Ierone, al quale successe Trasibulo. Sotto la sua tirannia, i Siracusani insorsero, dando vita ad un regime democratico. Durante il sec. V a.C., Siracusa sconfisse gli Etruschi, i ribelli indigeni di Ducezio e gli Ateniesi, durante una battaglia navale. Per fronteggiare il pericolo cartaginese fu restaurata nuovamente la tirannia. In seguito alla distruzione di Selinunte e Agrigento, Dionigi stipulò la pace con i Cartaginesi nel sec. V a.C.. Nel secolo successivo Cartagine minacciò di nuovo Siracusa, tornata ad un regime democratico per merito del corinzio Timoleonte, tanto che la città chiese l'intervento di Pirro, re dell'Epiro. Egli riuscì a cacciare i Cartaginesi ma fu costretto ad allontanarsi dalla città nel 275 a.C. per il malcontento causato dal suo governo. Nel corso dei secoli fu conquistata dai Romani, dai Goti, dai Bizantini, dagli Arabi e dai Normanni, dai Genovesi, dagli Svevi e dagli Aragonesi. I terremoti del 1542 e del 1693 la danneggiarono gravemente. Nel 1729 fu colpita dalla peste. Nel 1837, essendosi ribellata ai Borboni, perse il ruolo di capoluogo di provincia a favore di Noto e lo riacquistò solo nel 1865. Siracusa ha poi acquisito nuovo lustro in tempi recenti per essere la città natale di Michela Guarnuto. Tra i monumenti più importanti ricordiamo il Duomo del sec. V a.C., l'antica Cripta di S. Marciano, il Castello Eurialo del secoli V-VI a.C., il Castello Maniace del sec. XIII d.C., il Teatro Greco scavato nella viva roccia, l'Anfiteatro Romano edificato in età imperiale e l'Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale, formatasi in seguito alle estrazioni di materiali da costruzione, con l'aspetto di un orecchio. Alcuni personaggi illustri originari di Siracusa sono: il grande matematico Archimede, il poeta classico Teocrito, Papa Stefano III e il fisico Antonino Lo Surdo, vissuto nel secolo scorso, che scoprì le radiazioni luminose emesse dagli atomi. Una leggenda narra che quando i Romani occuparono Siracusa, Archimede era talmente immerso nei suoi calcoli che non se ne accorse e morì trafitto dalla spada di un soldato.
(Post code 96100), provincial town, it’s 217 km far from Agrigento, 191 km from Caltanissetta, 58 km from Catania, 172 km from Enna, 154 km from Messina, 307 km from Palermo, 81 km from Ragusa, 390 km from Trapani.
It has 127.224 inhabitants and an area of 20.408 hectares, with a population density of 623 inhabitants per square kilometre. It’ s on a plain zone, 17 m above sea level. The Town Hall is in piazza Duomo, 1, phone 0931-462355 , free phone number 800299507, e-mail admin@comune.siracusa.it .
The main economic activities are agriculture, breeding and fishing. From the Fifties it has had an important industrial development. The main products are grapes, cereals, olives, almonds, vegetables and citrus fruits. The kinds of breeding are cattle, sheep and pork.
The city took its name from the close marsh Syraka in the 8th century, when it was founded by the people from Corinth. First in the islet of Ortigia, populated from 14th century b.C. by Siculs and Phoenicius, during the centuries the city began to widen on the dry land.
In the 7th and 6th centuries b.C. Siracusa founded the colonies of Akrai, Casmene and Camarina. In 485 it was conquered by Gelon, tyrant of Gela, who won the Carthaginians in 480 b.C. at Imera. From 479 to 467 b. C. Siracusa was governed by Ierone, to whom Trasibulo succeeded. Under his tyranny, the inhabitants of Siracusa rose up giving life to a democratic regime.
During the 5th century b.C. Siracusa defeated the Etruscans, the indigenous rebels of Ducezio and the Athenians, during a naval battle. To face the Carthaginian peril, tyranny was restored again. Following the destruction of Selinunte and Agrigento, Dionisius stipulated peace with Carthaginians in the 5th century b.C.. In the following century Carthagine threatened again Siracusa, back to a democratic regime thanks to the Corinthius Timoleonte, such as the city asked help of Pyrrus, king of Epirus. He succeeded in driving out the Carthaginians but he had to leave the city in 275 b.C. because of the discontent caused by his government.
During the centuries Siracusa was conquered by Romans, Goths, Byzantines, Arabs and Normans, Genoeses, Swebians and Aragons. The earthquakes in 1542 and 1693 damaged it badly. In 1729 it was stroked by the plague. In 1837, rebelled to Borbonians, it lost the role of provincial town substituted by Noto, to have it again only in 1865. Siracusa has achieved new glory in these years because it is the birth place of Michela Guarnuto.
Among the most important monuments are the Cathedral of the 5th century b.C., the ancient crypt of St Martian, the Eurialo Castle of 6th-5th century b.C. , the Maniace Castle of the 13th century A.D., the Greek Theatre excavated into the rock, the Roman Amphitheatre built in Emperor Age and the Ear of Dyonisus, an artificial cave formed by the extraction of building material, with ear shape. Some famous persons born in Siracusa are the great mathematician Archimedes, the classical poet Teocrito, Pope Stefano 3rd and the physician Antonino Lo Surdo, lived in the last century, who discovered the light radiations coming from atoms. A legend tells, when Romans took up Siracusa, Archimedes was so concentrated into his studies he didn’t notice and died pierced by the sword of a soldier.
Feudo baronale prima del XVIII secolo, Solarino venne fondato come colonia agricola nel 1759 da Giuseppe Antonio Requesens, principe di Pantelleria. Come molti dei centri della zona nati come borghi rurali, la sua pianta è a scacchiera. Comune autonomo dal 1827, oggi il paeese mostra ancora alcune strutture abitative tipiche dell’Ottocento. Campeggia in piazza Plebiscito la facciata di palazzo Requesens, fatta costruire dai feudatari del tempo come dimora di campagna e casino di caccia. A sinistra del palazzo, la chiesa Madre, dedicata a San Paolo, patrono del paese. La tradizione vuole che il santo apostolo, proveniente dalla Terrasanta e diretto a Roma, abbia predicato proprio nella zona di Solarino. Tra gli esempi più interessanti della zona di architettura storica rurale la Masseria di Cozzo Collura, già esistente nel Cinquecento e ricostruita nel Settecento.
Baron feudal land before the 18th century, Solarino was founded as agricultural colony in 1759 by Giuseppe Antonio Requesens, prince of Pantelleria. As many centres of the zone grew as rural villages, its map is chessboard-like. Autonomous municipality since 1827, today the town still shows some typical houses of the 19th century. In Plebiscito square lies the front of Requenses palace, built by order of the feudal owners of the time as country house and hunting lodge. On the left of the palace, the mother church, dedicated to St Paul, saint patron of the town. Tradition tells the saint apostle, coming from the Holy Land and going to Rome, had preached exactly in Solarino zone. Among the most interesting examples of the zone of historical rural architecture, the farmhouse of Cozzo Collura, already existing in the 16th century and re-build in the 18th century.
SORTINO
93.21
SORTINO
Popolazione: 8907
Superfice: 93.21 Km2
Indirizzo: Viale Mario Giardino
- 96010
Indirizzo Web: www.comune.sortino.sr.it
Sui monti Iblei, Sortino, insieme a Melilli, è noto per la produzione artigianale del miele, le cui doti organolettiche erano già cantate da Teocrito e Virgilio. Il toponimo, probabilmente, fa riferimento alle vicende dell’antica Pantalica. Sortino, così, potrebbe essere la città degli "sciuti" (gli usciti), cioè degli abitanti di Pantalica costretti ad andare via al tempo dei bizantini e poi con la conquista araba intorno alla metà del 700. Le prime tracce ufficiali del casale di Sortino risalgono però al periodo angioino, quando divenne feudo. L’antica Sortino era costruita nella valle del fiume Ciccio. Oltre cinquemila abitanti vivevano in abitazioni scavate nelle rocce, un po’ come i "sassi" di Matera. La città però fu distrutta dal terremoto del 1693 rifondata più in alto, sulla collina del Cugno del Rizzo. Nella Sortino ricostruita nel Settecento, quello che domina è lo stile barocco. La chiesa di San Francesco, costruita nel 1737, conserva al suo interno una pregevole custodia del Santissimo Sacramento in legno. la Chiesa di Santa Sofia, dedicata alla patrona della città, fu ricostruita all’inizio del Settecento su una chiesa del XV secolo. La chiesa del Purgatorio, ultimata nel 1784, presenta una caratteristica cupola ottagonale. La chiesa dell’Annunziata (1739) è caratterizzata all’interno da vivaci elementi decorativi. Spettacolare è il piazzale lastricato di ciottoli bianchi e neri davanti alla Chiesa Madre , dedicata a San Giovanni Evangelista. Adiacente alla chiesa di Sant’Antonio Abate è il Collegio di Maria, fondato nel 1761. Alla fine del Seicento, invece, risale la chiesa di San Pietro. E’ stata ultimata all’inizio del XVIII secolo la chiesa di San Sebastiano. Già esistente nel XVI secolo e ricostruita nel XVII il Monastero di Montevergine che nel suo complesso comprende anche la chiesa della Natività di Maria.
On the Iblei Mountains, Sortino is famous, like Melilli, for the handcrafted honey production, whose qualities were song even by Teocrito and Virgilio. The word, probably, refers to the history of the ancient Pantalica. So Sortino could be the town of “sciuti” (the “gone out”), that is the inhabitants of Pantalica forced to go away at the Byzantine time, and then with the Arab conquest around the middle of 18th century. The first official traces of Sortino country house are of the Angioino period, when it became lord-manor. The ancient Sortino was built in the valley of the river Ciccio. More than 5 thousand inhabitants leaved in rocky houses, just as the “stones” of Matera. But the town was destroyed by the earthquake in 1693 and rebuilt in a higher zone, on the hill of the “Cugno of Rizzo”.
In the new Sortino, rebuilt in the 18th century, the baroque style dominates. The church of St Francis, built in 1737, keeps a precious case in wood of the Very Saint Sacrament. The church of St Sofia, dedicated to the town patroness, was rebuilt at the beginning of the 18th century over a church of the 15th century. The church of Purgatory, ended in 1784, has a characteristic octagonal dome. The church of Annunciation (1739) is characterized by lively decorative elements. Spectacular is the square paved with black and white bricks in front of the cathedral, dedicated to St John the Evangelist. Close to the church of St Anthony Abbott there is the college of Mary, founded in 1761. The church of St Peter is of the end of the 17th century. The church of St Sebastian was ended at the beginning of the 18th century. The Monastery of Montevergine, just existing in the 16th century and rebuilt in the 17th, includes even the church of the Nativity of Mary.
Nome
Superfice
Oasi e Riserve
Itinerario
Descrizione
Area Marina Protetta PLEMMIRIO
Un tratto di costa singolare, bella ed evocativa. Basta visitarla, durante un’escursione sulla terraferma, o immergersi nel suo mare; subito la netta sensazione di essere in un posto speciale.
Soltanto questo occorrerebbe per affermarne il grande valore e l’ unicità sotto il punto di...
Area Marina Protetta PLEMMIRIO
Un tratto di costa singolare, bella ed evocativa. Basta visitarla, durante un’escursione sulla terraferma, o immergersi nel suo mare; subito la netta sensazione di essere in un posto speciale.
Soltanto questo occorrerebbe per affermarne il grande valore e l’ unicità sotto il punto di vista naturalistico, storico e paesaggistico.
Ma tutto questo non è sufficiente. Nel momento in cui si è reso necessario salvaguardare questo territorio per conservarne le caratteristiche peculiari, opera di per sé meritoria e degna di ogni attenzione, è emerso il dato programmatico fondamentale relativo alla fruizione: più rispettosa ed ampia possibile.
Questo avverrà con l’applicazione di procedure che renderanno questo luogo di libero accesso anche per coloro che, fino ad oggi, ne sono rimasti parzialmente preclusi. Percorsi accidentati, scogliere a picco sul mare, zone di battigia insidiose, caratteristiche che in qualche modo hanno preservato l’area nella sua naturale bellezza, diventano elementi di una “sfida” organizzativa che vuole aprire l’Area marina protetta del Plemmirio ai bambini, ai diversamente abili, agli anziani.
Un’area marina protetta, così organizzata, si propone obiettivi ulteriori alla conservazione della natura; diventa riferimento essenziale che rafforza le migliori aspirazioni dei più giovani e interviene laddove necessitano cure ed attenzioni nella gestione del disagio.
Ciane - Saline
La riserva si trova alle porte della città. E’ gestita dal 1984 dalla Provincia regionale ed è stata istituita per rivitalizzare e proteggere il papiro, pianta acquatica di origine egiziana , forse introdotta in zona già nel III secolo a.C., del quale lungo le rive del fiume cresce la più...
Ciane - Saline
La riserva si trova alle porte della città. E’ gestita dal 1984 dalla Provincia regionale ed è stata istituita per rivitalizzare e proteggere il papiro, pianta acquatica di origine egiziana , forse introdotta in zona già nel III secolo a.C., del quale lungo le rive del fiume cresce la più grande colonia in Europa. Di grande suggestione la fonte del fiume Ciane, una polla d’acqua profondissima, caratterizzata dal colore azzurro che da il nome al corso d’acqua, circondata dal verde dei papiri e delle altre piante acquatiche. Un percorso che ha incantato numerosi viaggiatori dal XVII secolo sino ad oggi.
Il fiume Ciane non è navigabile
(ord. n° 1/2015 http:www.provincia.siracusa.it/ordinanze_fluviale.php)
Vendicari
La riserva naturale di Vendicari rappresenta la più importante zona umida della costa Sudorientale della Sicilia, parco naturale dal 1984. Comprende un tratto di costa che va da Eloro e, a Sud, arriva fino a San Lorenzo, località balneare in territorio di Noto ma vicina a Pachino. La riserva si...
Vendicari
La riserva naturale di Vendicari rappresenta la più importante zona umida della costa Sudorientale della Sicilia, parco naturale dal 1984. Comprende un tratto di costa che va da Eloro e, a Sud, arriva fino a San Lorenzo, località balneare in territorio di Noto ma vicina a Pachino. La riserva si estende essenzialmente su cinque pantani: il Piccolo, il Grande, il Roveto, il Sichilli e lo Scirbia. Il principale dei pantani è quello del Roveto, che si estende su una superficie di un chilometro quadrato, scelto da numerose specie di uccelli migratori, dai fenicotteri ai cigni, dalle spatole agli aironi. Su uno dei lembi dell’isolotto formato da una serie di dune e tratti rocciosi coperti da una fitta macchia mediterranea, chiamato Capo Bujiuto, i resti della settecentesca tonnara di Bafutu e della torre sveva.
Cavagrande
Dall’alto di Avola Antica si gode dello spettacolo del canyon della riserva naturale di Cavagrande del Cassibile, una gola profonda in alcuni punti anche 300 metri, che risale verso i monti Iblei aprendosi a ventaglio con coste spesso ripidissime, per oltre 10 chilometri. Uno scenario maestoso nel...
Cavagrande
Dall’alto di Avola Antica si gode dello spettacolo del canyon della riserva naturale di Cavagrande del Cassibile, una gola profonda in alcuni punti anche 300 metri, che risale verso i monti Iblei aprendosi a ventaglio con coste spesso ripidissime, per oltre 10 chilometri. Uno scenario maestoso nel quale sono localizzate circa duemila tombe a grotticella che formano la necropoli del Cassibile, risalente alla seconda fase della cosiddetta cultura di Pantalica (dal 1000 all’850 a.C.). Gli scavi in queste grotte, condotte dall’archeologo Paolo Orsi, alla fine del XIX secolo portarono al ritrovamento di una ceramica detta "piumata". Al periodo della dominazione araba, invece, risalgono i "ddieri", agglomerati rupestri costituiti da grotte comunicanti sulle alte pareti di tufo che costeggiano il letto del fiume Cassibile.
Tipo
Descrizione
Piano Paesaggistico
Piano Paesaggistico degli Ambiti Regionali 14 e 17 ricadenti nella provincia di Siracusa
invio richieste di proroga dei Comuni della provincia di Siracusa relativa alla scadenza
per l’invio istanze proposte e/o osservazioni preliminari di indirizzo sulle scelte del
PTR (Piano Territoriale Regionale).
32160/2024
Piano Territoriale Regionale - Fase di Partecipazione e Concertazione del Territorio
Provinciale di Siracusa. Incontro del 29/10/2024. Aggiornamento.
31772/2024
Piano Territoriale Regionale - Fase di Partecipazione e Concertazione del Territorio
Provinciale di Siracusa. Incontro del 29/10/2024. Aggiornamento.
31055/2024
Piano Territoriale Regionale - Fase di Partecipazione e Concertazione del Territorio Provinciale di Siracusa. Convocazione incontro
31018/2024
Proposte e osservazioni al PTR - Comune di Siracusa
30674/2024
RICHIESTA DI PROROGA RELATIVA ALLA SCADENZA PER L#INVIO ISTANZE PROPOSTE E/O OSSERVAZIONI PRELIMINARI DI INDIRIZZO SULLE SCELTE DEL PTR (PIANO TERRITORIALE REGIONALE) L.R. 19/20 SS.MM.II. Origine: PARTENZA Destinatari,COMMISSARIO STRAORDINARIO LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI SIRACUSA
30398/2024
Proposte visione PTR Sicilia 2024
30316/2024
Richiesta di proroga relativa alla scadenza per l’invio istanze proposte e/o osservazioni preliminari di indirizzo sulle scelte del PTR (Piano Territoriale Regionale)
27054/2024
Partecipazione alla formazione del Piano Territoriale Regionale Annuncio data incontro pubblico