Data: 16/06/2005
Oggetto: MOSTRA DELL’ARCHITETTO GIAPPONESE KENGO KUMA
  SI terrà dal 29 giugno prossimo al 30 settembre 2005 la nostra itinerante denominata “Selected Work 1994 .- 2004 “ dell’architetto giapponese Kengo Kuma, curata dal prof. Luigi Alini della Facoltà di Architettura di Siracusa. La mostra, frutto dalla collaborazione tra la Provincia Regionale di Siracusa e la Facoltà di Architettura della stessa città, è la prima monografica itinerante allestita in Italia sull’opera del maestro Kengo Kuma. Luigi Alini, curatore della mostra, architetto e ricercatore presso la Facoltà di Architettura di Siracusa è l'autore della monografia Kengo Kuma. Opere e progetti, pubblicata d a Mon d ad ori Electa nella collana ‘ Documenti di Architettura ’ . Il volume, attraverso una selezione di 21 opere realizzate da Kengo Kuma nel decennio 1994 – 2004, ripercorre dell’ opera di Kuma il passaggio da una posizione permeata dall’idea di ‘caos’ ad una in cui l’architettura si ‘ dissolve ’ come oggetto e diventa parte integrante del sistema ambientale. Il ‘ progetto radice ’ di quest’evoluzione è individuato nel Kiro-san Observatory ad Ehime, progetto col quale Kuma avvia una rielaborazione del passato non come esperienza retrospettiva ma come attività speculativa. Lo spostamento di prospettiva si compie a partire dagli anni ’90: la sua ricerca punta alla ‘de-territorializzazione concettuale ’ e le opere assumono una diversa connotazione, oltre ad essere una risposta formale ad una necessità funzionale rinviano alla ricerca di una “intima percezione delle cose”. La mostra privilegia come ambito di indagine le relazioni tra ideazione costruzione, materia e forma, aspetti che nell’opera di Kuma sono intimamente connessi. Le opere in mostra sono: Museum of Hiroshige Ando, Batou, Nasu-gun, Tochigi, 2000 -Takayanagi Community Center , Takayanagi, Kariwa-gun, Niigata, 2000 -Nasu History Museum, Nasu, Tochigi, 2000 -Great Bamboo Wall , Bejiing, China, 2002 -Plastic House , Meguro, Tokyo, 2002 -Adobe Museum for Wooden Buddha , Toyoura, Yamaguchi 2002 Il materiale presentato punta a restituire delle opere la loro ‘genesi ’, ‘gestazione ’ e ‘nascita ’, fin o a far emergere quello che è dietro l’architettura e che la rende possibile, il "non visto", la fatica quotidiana del fare, il ‘lavoro paziente ’ che Kuma compie sulla materia per farla divenire costruzione, materia formata. L’allestimento della mostra, progettato dallo stesso Kuma, è costituito da sei box, che fungono sia da strutture espositive sia da ‘ contenitori ’ per il trasferimento della mostra nelle altre sedi. I box, tutti diversi tra loro, sono realizzati con gli stessi materiali impiegati nella costruzione delle opere esposte. Questa scelta è tesa a rendere ancor più evidente, anche dal punto di vista tattile, il ‘ principio Generativo ’ d elle opere esposte. Le architetture sono presentate in relazione ad alcuni ‘temi r a d i c e ’, che costituiscono d elle "in varianti" nell’opera di Kengo Kuma: natura/artificio; luce/ombra, semplice/complesso, opaco/ trasparente, provvisorio/permanente, massivo/leggero, superficie/profondità, univoco/molteplice, trama/ordito, continuo/discontinuo, ripetizione/variazione, alto/basso. Ricorrendo ad una sorta di ‘sistema retorico ’, Kuma annulla ogni contraddizione: la costruzione si fa narrazione e l’unità è generata d alla ripetizione della parte. Un modo di operare assimilabile proprio alla natura retorica del linguaggio, in teso come luogo d ella ‘molteplicità interrogativa ’, luogo delle differenze a confronto. I Box sono composti di parti fisse e parti mobili: aprendo cassetti, facendo scorrere e ribaltando piani è possibile ‘ svelare ’ ciò che essi con tengono: grafici di progetto, plastici di studio, schizzi, foto delle fasi costruttive. Quest’interazione determina continui mutamenti dello stesso oggetto, che cambia in ragione delle modalità con cui noi ci rapportiamo ad esso: un meccanismo che rinvia, ancora una volta, alla natura ambigua d elle opere d i Ken go Kuma, un’ambiguità che assume connotazione e sfumature sempre diverse, perché quella perseguita da Kengo Kuma è una realtà multiforme, molteplice, sfuggente, dalle mille sfumature. Cosicché, la corrispondenza biunivoca tra l’ oggetto ed il soggetto esposto, tra i box espositivi e le opere esposte sollecita il fruitore a ‘ scoprire ’ un a realtà più vasta, ad andare oltre quello che appare in superficie, ad agire sui significati che entrano nella ‘costruzione d elle forme ’. In questo sen so, cogliere la profondità del lavoro di Kuma significa assumere un punto di vista in terno all’immagine, spostare lo sguardo dall’immagine alla sua ‘impronta ’, fin o a far emergere un ’interpretazione più ampia dei significati attribuibili al "fare", alla tecnica, alla materia e al modo in cui Kuma la utilizza, ‘la piega ’: il principio generativo attraverso il quale ci fa cogliere la natura arcaica dell’architettura, l’esistenza di strutture di significato stabili. Perché, come testimoniano anche la denominazione delle opere, Plastic House, Adobe Museum, Stone Museum, Great Bambolo Wall più che indicare un ’opera rinviano ad un principio generativo, ad una ricerca figurativa esercitata sulle possibilità espressive della materia, che nel lavoro di Kengo Kuma rende evidente la dialettica tra il ‘già stato ’ e il ‘n on ancora ’. Dopo la sua permanenza a Siracusa, la mostra sarà trasferita in altre città: Napoli, Roma, Ascoli , Firenze, Genova, Milano, Bolzano; ecc., l’ultima tappa sarà l’Arkitekturmuseet Skeppsholmen di Stoccolma. La mostra sarà inuagurata alle ore 10,30 di mercoledì 29 giugno presso la sede della Provincia di Via Roma ( Ortigia) . Prevista anche una conferenza con la partecipazione di Kengo Kuma su “ La relatività dei materiali”, sempre mercoledì 29 giugno alle ore 18, preso Palazzo Impellizzeri ( Via delle Maestranze 99)
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