Data: 28/06/2005
Oggetto: DALL’AREA MARINA PROTETTA DEL PLEMMIRIO ARRIVANO LE REGOLE D’ORO PER SALVARE IL MARE
  Dal 15 giugno è entrato in vigore il disciplinare dell’area marina protetta per unire le esigenze di chi sul territorio ci vive e ci lavora con la necessità di tutelare il mare. Disciplinare che sarà presentato venerdì alle ore 10,30 nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella sede di Via Malta della Provincia di Siracusa ( Sala Costanza Bruno) con la partecipazione del Presidente Bruno Marziano, del presidente del Consorzio “Plemmirio” Nuccio Romano, del direttore Enzo Incontro, del sindaco Giambattista Bufardeci e del comandante della Capitaneria di Porto di Siracusa Capitano Vascello Antonino Munafò Una fascia costiera a protezione totale, dedicata alla conservazione e al reintegro della flora e fauna marina. Aree riservate alla ricerca scientifica, ma anche zone dove è possibile la balneazione, le immersioni e persino la pesca. Punti di ancoraggio e attracco per sostare con la propria barca, senza timore di causare danni al fondale. Tutto con un duplice obiettivo: da un lato salvaguardare e proteggere l’area marina e il suo ecosistema, dall’altra renderla vivibile e non sottrarla ai siracusani, ma anche ai turisti. È questo l’obiettivo del disciplinare dell’Area Marina Protetta del Plemmirio (www.plemmirio.it), da poco istituita a Siracusa e che si estende lungo i 15 km di costa della penisola della Maddalena. “Il disciplinare, da qualche giorno in vigore, non rappresenta un limite per la fruizione dell’Area Marina, ma vuole anzi essere uno strumento per garantire che continui a rappresentare una risorsa per chi sul territorio vive e che dal mare trae il proprio reddito, ma anche per i turisti - sottolinea Vincenzo Incontro, direttore del Consorzio del Plemmirio - Le regole che lo compongono non sono state create per proibire la fruizione dell’area, ma per garantire a tutti, oggi e soprattutto domani, di poterne godere, in linea con la filosofia che anima tutta l’Area Marina”. Il Plemmirio è stato concepito infatti per non porre limiti alla scoperta del mare: tutti possono accedere al mare in un’Area Marina specialmente concepita per essere accessibile a chi finora non ha potuto vivere appieno il mare e scoprirne l’ambiente subacqueo, in particolare i bambini e i disabili. Più che vietare e creare zone off limits dunque, il disciplinare, nasce per tutelare il mare, regolamentando pesca e turismo, navigazione e balneazione, creando sinergie con il tessuto sociale del territorio di Siracusa di cui l’Area Marina è parte integrante. Ma quali sono le regole a cui attenersi per visitare e vivere l’Area Marina Protetta? Unico tratto di mare assolutamente inaccessibile per bagnanti, diportisti e pescatori è quello denominato “zona A”, situata sulla punta estrema di Capo Murro di Porco. Quest’area, infatti, è riservata alla ricerca scientifica, al ripopolamento e alla rigenerazione dell’ecosistema marino che, grazie alle caratteristiche dei fondali, avverrà entro 5 anni. In questa zona, particolarmente ricca di flora e fauna, sono però possibili le immersioni organizzate. Il resto dell’Area Marina Protetta, pur essendo tutelato e protetto, è stato creato nell’ottica dell’accessibilità totale. Per poter godere appieno della bellezza di una delle zone più ricche di storia e di bellezze naturali dell’Isola, infatti, sarà sufficiente attenersi a semplici regole, nate dall’incontro della volontà di tutela dell’area con le esigenze di chi sul territorio vive e lavora. Al di là delle grandi boe gialle che segnalano la zona a protezione totale, infatti, sono state create altre due zone, più ampie rispetto alla prima, destinate ad ospitare le attività umane legate al mare come pesca e turismo. Nella “zona B”, infatti, che corre lungo tutta la linea costiera dell’Area Marina, e nella fascia più esterna (“zona C”) è consentita la pesca professionale, ma solo ai pescatori del Comune di Siracusa e nel rispetto dei periodi e delle specie protette. Attento il regolamento anche sugli “strumenti” utilizzabili per la pesca professionale, proprio perché dalla tutela del mare dipende anche il futuro di molte famiglie: no a quegli strumenti e metodi che rischiano di danneggiare l’ecosistema marino o che non consentono una pesca selettiva (lampara, tonnare e cianciolo). Per quanto riguarda la pesca sportiva, oltre alla possibilità della “Pesca Turismo”, dove grazie ad un progetto pilota è possibile vivere le emozioni della pesca su un peschereccio, è consentita, nel rispetto però delle specie protette come la Cernia, la nacchera e l’ombrina, delle quantità di pescato e dei i periodi consentiti. Anche le immersioni e la balneazione (al di fuori della Zona A) sono consentite, sempre seguendo la regola d’oro del “guardare e non toccare”. Fondamentale, insomma che i souvenir siano rappresentati da fotografie, non da conchiglie o da esemplari di fauna sottomarina che deve essere rispettata e lasciata intatta. Anche piccoli interventi da parte dell’uomo sui fondali possono infatti richiedere anni per essere riassorbiti dall’ambiente. Le immersioni possono essere fatte sia in gruppo, con il supporto dei diving presenti sul territorio (che hanno l’accesso anche alla Zona A), o da soli. La navigazione e la sosta dei natanti devono attenersi a poche e semplici regole: mai superare la velocità di 5 nodi (Zona B) e di 10 nodi (Zona C), e mentre per l’ormeggio e l’ancoraggio bisogna utilizzare le aree appositamente create dal Consorzio del Plemmirio, attraverso il posizionamento di boe, evitando così di danneggiare con le ancore il fondale e l’ecosistema marino.
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