Data: 03/08/2005
Oggetto: A GENNAIO 2006 A SIRACUSA IL PREMIO NAZIONALE AL PRODUTTORE CINEMATOGRAFICO
  A gennaio 2006 parte una nuova iniziativa della Film Commission della Provincia di Siracusa L’annuncio è stato dato, nell’ambito della conferenza stampa tenuta stamani alla Provincia sui risultati della edizione 2005 di Cinema di Frontiera, dalla responsabile della Film Commission della Provincia, professoressa Marika Cirone Di Marco. “ A gennaio – ha detto la Prof.ssa Cirone – sarà assegnato il primo premio nazionale al Produttore Cinematografico . Un premio collegato al Festival del Cinema di Frontiera , di cui diventa una propagine invernale.” Per quanto riguarda i brillanti risultati della recente quinta edizione del festival del Cinema di Frontiera , segnalato, lo scorso venerdì, anche da un lungo articolo dell’INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE. La Giuria del 5 Festival Internazionale del Cinema di Frontiera – costituita da Kate Singleton, Francesco Calogero e Gregorio Napoli (Presidente) – segnala il notevole livello estetico delle 6 opere concorrenti e la loro coerenza al tema che ha ispirato la Direzione artistica di Nello Correale , con coraggioso orientamento alla creatività indipendente, al dialogo fra i popoli, alle radici storiche delle varie etnie, alla ricerca della libertà. La Giuria accomuna in un unico plauso: Le ricamatrici di Eleonore Faucher, per la leggiadria dell’incontro tra una donna in età ed una ragazza madre; Saimir di Francesco Munzi, per la ribellione morale di un adolescente contro il crimine e lo schiavismo; La storia del cammello che piange di Luigi Falorni e Byambasuren Davaa, per la commovente allegoria di un mammifero che impara a riconoscere e nutrire il suo cucciolo. E ancora: Machuca di Andrés Wood, per la evocazione di un percorso formativo, sullo sfondo del Cile mentre il golpe militare porta Pinochet al potere; a La schivata di Abdellatif Bechiche, per l’elegante schermaglia tra la vita e la rappresentazione teatrale; a La sposa siriana di Eran Riklis, per l’efficace metafora della frontiera come rifiuto di ogni dialogo. Il Premio del 5° Festival Internazionale del Cinema di Frontiera è andato a MACHUCA di Andrés Wood per la complessa e pertinente lettura di un periodo storico nelle sue molteplici componenti individuali e sociali per l’esemplare direzione degli attori. Menzione speciale a Saimir di Francesco Munzi per la profonda capacità di analisi per il rigore della messa in scena. Per il concorso “i corti a Marzamemi”, la Giuria costituita dalla produttrice e distributore “Villane” Gabriella Guido, dallo scrittore Ottavio Cappellani e dal direttore della fotografia Gino Sgrava, ha premiato, The End of Flower di Arianna De Giorgi. Menzione speciale a Il mare capovolto di Mauro Maugeri, Costanza di Daniele Riccioni e Goodbye Antonio di Michael Zampino. Gran finale con lo spettacolo di Lucia Sardo Opera Pupe da un’idea di Franco Battiato, l’ultima replica delle due installazioni dedicate a Pier Paolo Pisolini ( La fontana di Versuta con le fotografie di Salvatore Tomarchio, a cura di Zoltan Fazekas e Sebastiano Pennini; Le ceneri di Pasolini ideato da Francesco Saponaro, dai versi di Igor Esposito, con la voce recitante di Peppino Mazzotta) e l’omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia con Gregorio Napoli a introdurre il film di Ciprì e Maresco Come inguaiammo il cinema italiano. Un’edizione particolare che ha segnato definitivamente la “maturità” del festival e premiato gli sforzi organizzativi dei curatori Nello Correale, Sebastiano Gesù, e Salvatore Pintaldi, senza dimenticare l’entusiasmo dei “ragazzi” del festival volontari ed appassionati dei luoghi e del cinema. Maurizio di Rienzo ha condotto le sei serate e presentato gli ospiti, tra cui ricordiamo: gli ospiti d’onore Laura Morante e Luigi Lo Cascio ed il produttore Amedeo Pagani, storico amico e sostenitore dello spirito del festival. Gli eventi (curati da Sebastiano Gesù) diversissimi tra loro ma di grande spessore e rigore critico da Tabù di Murnau (presentato la prima serata) con accompagnamento musicale dal vivo del gruppo Darshan a Vendetta di fuoco (1956) di Salvatore Zona, vero e proprio recupero filologico, l’omaggio ad Alberto Lattuada con Anna (1956), film pressoché dimenticato con una bella interpretazione di Silvana Mangano. Infine, l’apertura delle frontiere con le due retrospettive dedicate al cinema coreano ed al cinema libico, la cui importanza è stata sottolineata dalla presenza del Console Generale della Libia – Palermo, Signor Mohamed K. Elahrout, del Presidente dell’Accademia di Cultura Italo-Libica – Palermo, Prof. Ibrahim Magdud, del Prof. Aldo Nicosia, arabista della Facoltà di Lingue Orientali di Ragusa e, soprattutto, dalla presenza (non facile dagestire, considerati i tempi complicati dal punto di vista dei viaggi dalla Libia) del regista Abdelsalam Hassan di Tripoli, designato dall’Ambasciata Libica a Roma, che ha presentato un suo cortometraggio (durata: 8’) dal titolo Alwazara (Il Ministero) a conclusione di un festival ricco di eventi, novità e presenze che confermano lo spirito di apertura, ricerca e diversità culturale e geografica, “oltre le frontiere convenzionali…”
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