Data: 30/08/2005
Oggetto: IL CONSIGLIERE ACQUAVIVA PROPONE DI ADERIRE ANCHE QUEST’ANNO ALLA MARCIA DELLA PACE
  Il consigliere provinciale Alessandro Acquaviva di Rifondazione comunista ha chiesto, in una nota inviata al Presidente della Provincia ,di rispondere all’appello lanciato dalla Tavola della Pace di Perugia che invita tutti ,donne e uomini, movimenti e organizzazioni della società civile, Comuni, Province e Regioni a partecipare alla Marcia Perugia-Assisi per la giustizia e la pace che si svolgerà domenica 11 settembre alla vigilia del vertice delle Nazioni Unite e in occasione della giornata mondiale di mobilitazione contro la povertà, la guerra e l’unilateralismo lanciata dal Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, per chiedere, ancora una volta, al Governo, al Parlamento e a tutti i responsabili della politica italiana di: 1. attuare, senza ulteriori scuse, gli impegni assunti per sradicare la povertà, costruire un’economia di giustizia e raggiungere, entro i tempi stabiliti, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, con politiche e misure sostenibili, coerenti, trasparenti e rispettose dei diritti umani che vedano il pieno coinvolgimento degli Enti Locali e della società civile; 2. promuovere un commercio più equo modificando radicalmente la politica europea dei sussidi per l’agricoltura, assicurando il diritto alla sovranità alimentare dei popoli, riconoscendo il legame tra produttori e territorio, assicurando ai produttori dei paesi più poveri l’accesso ai nostri mercati, condividendo i frutti della conoscenza globale, promuovendo l’occupazione, i diritti fondamentali dei lavoratori, la difesa dell’ambiente e il trasferimento delle tecnologie sostenibili ai paesi poveri; 3. cancellare senza ulteriori inganni il debito estero dei paesi impoveriti, applicando per intero la legge 209 del 2000, e rivedere il sistema di concessione dei crediti che genera processi insostenibili di indebitamento; 4. aumentare fino allo 0,7% del PIL le risorse destinate alla cooperazione internazionale, al netto delle operazioni di cancellazione del debito, fissando un piano pluriennale rapido, chiaro ed efficace, senza imporre ai paesi beneficiari di comprare il “made in Italy”; 5. definire, insieme alla società civile e agli Enti Locali, una nuova legge per una seria politica italiana di cooperazione allo sviluppo efficace, partecipata e coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile democratico; 6. ritirare le nostre Forze armate dall’Iraq e da tutte le missioni militari realizzate in violazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione e della Carta dell’Onu, ridurre le spese militari e il commercio delle armi, promuovere il disarmo e la riconversione dell’industria bellica utilizzando le risorse economiche risparmiate nella lotta alla miseria e al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio; 7. costruire un’Europa di pace, autonoma e indipendente, determinata a costruire un mondo più giusto, pacifico e democratico, decisa a combattere la povertà promuovendo un’economia di giustizia, a ripudiare la guerra e a contrastare ogni piano di “guerra infinita”, di “scontro di civiltà” o di terrorismo per costruire nel Mediterraneo, nei Balcani e nel Medio Oriente una comunità di pace, a saldare il suo debito storico con l’Africa e i suoi popoli; 8. salvare, democratizzare e rivitalizzare l’Onu restituendogli la centralità che deve avere nel sistema multilaterale, promuovendo una Convenzione Universale sul futuro dell’Onu, aprendo le sue porte alla società civile organizzata, in tutte le sue diverse espressioni, agli Enti Locali e ai Parlamenti e assicurandogli i poteri e le risorse necessarie per: prevenire le guerre e risolvere pacificamente i conflitti aperti; difendere e promuovere tutti i diritti umani per tutti e dare efficacia alla giustizia penale internazionale; intervenire adeguatamente sui problemi dell’ambiente, dell’economia mondiale (beni pubblici globali, finanza, commercio, debito,…) e promuovere regole e istituzioni internazionali più giuste, democratiche e trasparenti; promuovere il disarmo generalizzato e la messa al bando di tutte le armi di distruzione di massa; 9. promuovere il cambiamento radicale del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e delle altre istituzioni associate e il loro inserimento nel sistema delle Nazioni Unite in modo da assicurare il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale, dei principi e degli obiettivi dell’Onu; 10. promuovere una più corretta e ampia informazione pubblica sui grandi problemi del nostro tempo e sulle possibili soluzioni, sugli obiettivi di sviluppo del Millennio, per sviluppare l’educazione permanente alla pace e ai diritti umani attivando in particolare le risorse, gli spazi e le competenze del servizio pubblico radiotelevisivo.
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