Data: 08/11/2006
Oggetto: Intervento dell’assessore provinciale al turismo Cacopardo TRASPORTO PUBBLICO A SIRACUSA: UN GRANDE BUCO NERO
  Diciamocelo con chiarezza, franchezza e onestà intellettuale: il trasporto pubblico a Siracusa è inesistente. D’accordo: esistono i mezzi pubblici di trasporto; esistono orari ufficiali di transito dei pullman; esistono linee di collegamento urbane ed extraurbane in concessione; esiste un’azienda di trasporti regionale che in concessione gestisce le linee urbane ed extraurbane; e poi esiste pure una stazione ferroviaria con un suo orario ufficiale di partenze e arrivi da Siracusa e a Siracusa. Bene, esiste tutto ciò, ma è difficile, quasi impossibile, credere e affermare che esiste un vero, serio, moderno, civile e dignitoso servizio pubblico di trasporto. Ed è difficile credere all’esistenza di un vero trasporto pubblico per due semplici ed elementari ragioni: 1) quello esistente è un servizio totalmente inefficace e disfunzionale; 2) i cittadini siracusani non considerano il servizio pubblico di trasporto un mezzo di cui servirsi normalmente per i trasferimenti quotidiani, ma solo uno strumento eccezionale cui fare ricorso in caso di assoluta necessità, con diffidente parsimonia e incrociando le dita. Che il servizio esistente sia inefficace e disfunzionale è difficile dimostrarlo proprio per eccesso di evidenza. E’ talmente chiaro a tutti i cittadini che si tratta di un servizio che “non serve” che bisogna proprio essere ‘sfortunati’ per aprire un giornale o ascoltare un telegiornale, in un giorno qualsiasi della settimana, e non imbattersi in una segnalazione di disservizi relativi ai servizi pubblici di trasporto, che evidentemente non riescono ad essere dei buoni servizi. Ma perché i servizi pubblici di trasporto non riescono ad essere un buon servizio? Perché sono organizzati male? Si. Perché sono svolti con mezzi inadeguati? Si. Perché ci sono scarsi controlli da parte degli enti pubblici concessionari? Si. Ma anche perchè entra in gioco la ragione n. 2 indicata sopra: i cittadini siracusani non considerano il servizio pubblico di trasporto un mezzo di cui servirsi normalmente per i trasferimenti quotidiani, ma solo uno strumento eccezionale cui fare ricorso in caso di assoluta necessità. E che c’entra questo, penserà qualcuno? C’entra. Perché non esistendo un’abitudine diffusa all’uso del mezzo pubblico; non essendo diffusa la consapevolezza del vantaggio personale e comune derivante dall’uso di mezzi pubblici, tutti ci precipitiamo ad utilizzare i nostri privati mezzi, contribuendo così ad intasare le strade, rendendo impossibile la circolazione dei mezzi pubblici ed accrescendone l’inefficienza. Non solo, ma in un territorio in cui la percentuale di cittadini che usa i mezzi pubblici è bassissima e inevitabilmente pure bassissima la pressione che l’opinione pubblica esercita su chi deve far funzione bene i servizi pubblici. E così abbiamo creato un bel circolo vizioso, che lui si, funziona benissimo: più è inefficace e insufficiente il servizio pubblico meno i cittadini lo usano; meno i cittadini lo usano più tende a diventare inefficace e limitato il servizio pubblico. Chi usa a Siracusa il servizio pubblico di trasporto? Due categorie di cittadini fondamentalmente: anziani e studenti. Quanti lavoratori lo utilizzano? Pochissimi, quasi nessuno. Quanti dipendenti degli uffici pubblici dislocati in varie parti della città, e dunque in luoghi facilmente raggiungibili e serviti abbastanza bene dai mezzi pubblici, li usano? Quasi zero. L’apice del paradosso è questo: quanti cittadini, in particolare lavoratori e impiegati, che si recano in un posto di lavoro situato a Ortigia, centro storico che dovrebbe essere, come vuole il buon senso, chiuso al traffico esterno, prendono il mezzo pubblico di trasporto? C’è in tutto questo qualcosa di paradossale e incomprensibile. Vogliamo allora cominciare ad affrontare seriamente il problema dei trasporti pubblici a Siracusa, che significa affrontare seriamente anche il problema della qualità della vita nella nostra città e, perché no, affrontare seriamente anche il problema di un solido sviluppo turistico: come si fa ad essere città turistica senza un serio ed efficiente servizio di trasporto pubblico ? Cominciamo con due cose semplici(!?) e immediate. La prima: adottiamo finalmente il Piano Urbano dei trasporti, razionalizzando la circolazione degli autoveicoli nel centro urbano e garantendo ai mezzi pubblici quei percorsi e quelle corsie preferenziali che sono necessari per un efficace servizio. La seconda: intensifichiamo i collegamenti pubblici per e da Ortigia e progressivamente limitiamo l’ingresso dei mezzi privati sull’isolotto, in tutte le ore del giorno, in ogni giorno della settimana. L’obiettivo finale: escludere totalmente il traffico privato da Ortigia con eccezione dei soli mezzi autorizzati dei residenti. E perché non pensare in prospettiva a realizzare in altre zone della città isole pedonali, raggiunte e attraversate solo da mezzi pubblici? Se ne comincia a parlare per via Piave. E corso Gelone? Immaginate il piacere di fare shopping in corso Gelone senza l’incubo delle automobili e senza il ‘fetore’ dei gas di scarico. Anche qui, fatto salvo il diritto dei residenti, se ci posso arrivare comodamente in bus, perché corso Gelone non potrebbe essere pedonalizzato? E perché i commercianti non dovrebbero essere d’accordo se, come accade in tutte le città del mondo, nelle aree pedonali del centro normalmente cresce la presenza di cittadini e di acquirenti? Succede in tutte le città del mondo, perché non dovrebbe succedere a Siracusa? Vogliamo provare? Vogliamo fare un salto di qualità? A proposito: quale città turistica del mondo non ha un centro storico totalmente pedonalizzato? Domenico Cacopardo Assessore prov.le al turismo e ai trasporti
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