Data: 03/11/2010
Oggetto: Da Mangiafico la proposta ai ministri competenti di sostituzione nei testi formativi della parola “carcere” con la locuzione “istituto di rieducazione civile”.
  Il presidente del Consiglio provinciale, Michele Mangiafico, ha inviato una nota ai ministri di Grazia e giustizia, alla Pubblica istruzione, Angelino Alfano, Mariastella Gelmini e ai rispettivi sottosegretari con cui propone di sostituire, nei testi formativi, la parola “carcere” con la locuzione “istituto di rieducazione civile”. “Gentilissimi Signori Ministri, Onorevoli Sottosegretari, Il Consiglio provinciale di Siracusa – scrive Mangiafico - nel corso di questo anno che si avvia alla sua conclusione si è responsabilmente posto il problema delle condizioni delle strutture di detenzione site nel territorio della nostra provincia, in particolare all’indomani della proclamazione dello stato di crisi a livello nazionale da parte del Governo italiano (gennaio 2010). Nel corso di questa primavera, una speciale commissione ha messo in luce le criticità esistenti nelle strutture provinciali attraverso un attento lavoro caratterizzato sia dai colloqui con le diverse tipologie professionali che ruotano attorno al sistema carcerario sia dalle visite in loco effettuate a Brucoli, Cavadonna e Noto. Ne è venuta fuori una seduta straordinaria di Consiglio provinciale e la presentazione di una relazione conclusiva che guardasse anche all’impegno dell’istituzione provinciale relativamente alle questioni legate alla propria competenza, come quelle dell’approvvigionamento idrico, dell’inclusione sociale, delle attività culturali. “Oggi, nel manifestarvi ancora una volta la volontà di proseguire sul solco dell’attenzione nei confronti delle condizioni che caratterizzano operatori e detenuti all’interno delle strutture carcerarie – continua Mangiafico - e raccogliendo gli stimoli provenienti dalle riflessioni sulla recente giornata europea della giustizia civile, ritengo utile rivolgermi a Voi per riprendere la proposta recentemente lanciata dal Centro studi giuridici e sociali “Giustizia e Pace” di Catania, recuperando l’idea rintracciabile nel convegno “Viaggio intorno al disagio: dalla società al carcere”, che ebbe luogo a Siracusa il 28 febbraio 2008: cancellare dai testi formativi la parola “carcere” e sostituirla con la locuzione “istituto di rieducazione civile”, sottolineando la volontà della nostra società di recuperare i talenti del detenuto e restituirlo quale persona desiderosa di intraprendere una nuova vita nella propria comunità, diversa da quella che lo ha portato a delinquere. Di fronte alle gravi questioni ancora irrisolte del sovraffollamento e della carenza degli organici, questo aspetto linguistico potrebbe certo apparire di minor conto, ma dietro i vocaboli ci sono i significati che attribuiamo loro e, in questo caso, la volontà di un impegno volto proprio al miglioramento delle condizioni delle strutture detentive del nostro paese. “Speranzoso – conclude - di trovare un positivo riscontro nelle iniziative che sarete in grado di assumere in questa direzione, rimango a vostra disposizione per qualunque ulteriore approfondimento”.
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