Data: 14/12/2010
Oggetto: Vent'anni dal terremoto tra testimonianze e inedite rivelazioni, si è chiusa la tre giorni di iniziative presso l'aula consiliare della Provincia‏
  “Il Dipartimento centrale della Protezione civile non ebbe la reale percezione della gravità di quanto era accaduto a causa di un errore nell’individuazione dell’epicentro e nei giorni successivi, al contrario, mi inviò per una seconda volta a Siracusa per mettere in sicurezza le risorse umane indispensabili nel caso di una seconda e più violenta scossa che si prevedeva potesse avvenire”. Con queste rivelazioni su quanto accadde tra il 13 e il 20 dicembre di venti anni fa, fornite dal presidente nazionale dell’associazione dei Disaster Manager, Sergio Achille, che allora era un giovane funzionario del dipartimento centrale della Protezione civile a Roma, si è conclusa domenica nell’aula consiliare della Provincia Regionale di Siracusa la tre giorni organizzata per ricordare quanto accaduto e fare il punto sull’attuale capacità del sistema di proteggere la popolazione. “Noi non pensiamo se il terremoto accadrà” – ha aggiunto Achille – “noi sappiamo che accadrà e quindi le nostre riflessioni sono finalizzate a quando accadrà”. Un invito a non abbassare la guardia, che era stato anticipato dall’ingegnere Salvo Cocina, già dirigente regionale della Protezione civile, il quale ha sottolineato l’alta percentuale di probabilità che una scossa più forte nel territorio della Provincia di Siracusa possa aver luogo in un lasso di tempo medio-lungo e per questa ragione la insufficiente sensibilità attuale dal punto di vista degli interventi in corso. All’iniziativa conclusiva hanno portato i loro saluti anche due onorevoli particolarmente legati al tema della Protezione civile in quanto autori dell’ultimo piano del Comune di Siracusa nella qualità di Sindaco e vice Sindaco, Titti Bufardeci ed Enzo Vinciullo, che hanno voluto ripercorrere anche i benefici ricevuti dal territorio attraverso la legge 433/91 con gli aiuti per la ricostruzione. In particolare, poi, Bufardeci ha pubblicamente invitato il presidente del Consiglio provinciale Michele Mangiafico, promotore del convegno di ieri, a diffidare il governatore Lombardo per non aver ancora liberato il piano di protezione civile e dunque la prevista la rimodulazione della legge 433 del post sisma, il cui progetto è pronto dai tempi del direttore Cocina. Mangiafico, da parte sua, ha colto in tutti gli interventi che si sono succeduti in un lungo pomeriggio, l’opportunità di riportare l’attenzione alla sensibilità che merita da parte di tutti, dall’opinione pubblica alle istituzioni regionali, rispetto alle quali il tempo che scorre rischia di agire come fattore di svalutazione del rischio sismico. Presenti in aula numerosi gruppi di volontari della Protezione civile, a cominciare dagli organizzatori del gruppo dei volontari dell’Ordine di Malta, per i quali ha portato il suo saluto il coordinatore della Sicilia Orientale Tommaso Gargallo. Numerose le testimonianze, tra le quali ha colpito particolarmente la platea quella del giornalista Dino Cartia, che allora quale operatore dell’informazione direttore di un’emittente televisiva in un momento in cui ancora gli strumenti informatici non potevano permettere l’attuale accesso all’informazione fu tra i principali collanti con la popolazione che viveva una grande tensione.
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