Data: 20/06/2011
Oggetto: IL PRESIDENTE BONO E LA STAMPA INCONTRANO GLI AUTORI PREMIATI ALLA SEDICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO VITTORINI 2011
  Il presidente della provincia regionale di Siracusa On Nicola Bono invita la stampa ad incontrare gli autori che saranno premiati nel corso della cerimonia conclusiva del Premio letterario “Elio Vittorini” che si terrà lunedì 20 giugno prossimo al Teatro Greco di Siracusa a le ore 20,30. L’incontro con i giornalisti è previsto per le ore 9,30 di lunedì 20 giugno , presso la Sala Costanza Bruno della Provincia in via Malta 106. Parteciperanno all’incontro , oltre a Bono, il presidente della Giuria Natale Tedesco, i componenti della stessa Antonio Di Grado, Sarha Zappulla Muscarà, Marina Valensise, e Sergio Claudio Perrone. Saranno presenti anche l’organizzatore del premio Arnaldo Lombardi ed il segretario Enzo Papa, come il direttore generale della Provincia Clelia Corsico. Gli autori che incontreranno i giornalisti sono Ruggero Cappuccio, Fausta Garavini e Giuseppe Lupo SHEDA PREMIATI I vincitori sono: RUGGERO CAPPUCCIO con Fuoco su Napoli, Feltrinelli editore Ruggero Cappuccio oltre ad un raffinato scrittore è regista di cinema e teatro. Ha firmato più volte regie liriche per la direzione di Riccardo Muti. Quest’anno oltre al Premio Vittorini è, col romanzo La notte dei due silenzi, Sellerio 2007, finalista al Premio Strega Il libro “Rispetto ai libri precedenti scritti su Napoli questo è un ‘unicum’ e un ‘monstrum’, un libro anomalo, una grande allegoria che esprime il desiderio di una palingenesi purificatrice e invoca un giorno del giudizio. È anche una storia d’amore e di stupro che riguarda tutta la città.” Un mese e Napoli non sarà più la stessa. I Campi Flegrei stanno per esplodere e la città sarà presto invasa dall’acqua e dal fuoco. Nessuno ne è al corrente, tranne Diego Ventre – avvocato, affascinante e raffinato affabulatore, amico di politici potenti e di boss della camorra. Trenta giorni non sono molti, ma a Ventre sono sufficienti per progettare l’affare del secolo: vendere sottocosto e comprare a prezzi stracciati immobili che, una volta superata l’emergenza, saranno a loro volta rivenduti e ricomprati mettendo a segno profitti eccezionali. Napoli sarà un’altra città, sarà la Las Vegas del Mediterraneo. Diego Ventre si muove con agilità, convince imprenditori, camorristi e affaristi, ridisegna il piano regolatore e determina il futuro di Napoli. Ricatta, ammalia, seduce, e trova il tempo per corteggiare l’eterea Luce, figlia di nobili decaduti e affascinata da quest’uomo sicuro di sé e colto, che dice sempre le cose giuste e sa sorprenderla facendo aprire per lei le residenze più inaccessibili della città. Intorno a Diego e Luce ruotano personaggi che sembrano interiorizzare le ombre che tra poco copriranno la città. Donne che trovano corpi che sublimano il bisogno con il sesso, capiclan alla resa dei conti, pittori che tentano l’assalto all’immortalità inseguendo sfumature impossibili. E poi c’è il silenzio, c’è il prima e il dopo. Napoli è irriconoscibile e la macchina operativa di Diego Ventre si mette in moto e – come a celebrare il passaggio da un’epoca all’altra – sposa Luce. Ma il loro è un rapporto che vive di passioni solo accennate e quando si posano le polveri della catastrofe, Luce riconosce per la prima volta l’uomo che ha sposato e ne ha paura. In un finale estremo e melodrammatico, Luce e Ventre si affrontano e si distruggono, metafore viventi di una città che non sa vivere ma solo risorgere. FAUSTA GARAVINI con Diario delle solitudini, Bompiani editore Fausta Garavini studiosa di letteratura francese e occitanica, traduttrice e scrittrice, ha insegnato alla Facoltà di Lettere di Firenze. E’ autrice della traduzione integrale dei Saggi di Montaigne (1966) e di numerosi lavori critici fra cui L’Empèri dóu Soulèu (1967), I sette colori del romanzo (1973), Parigi e provincia (1990). Redattrice di Paragone-Letteratura dal 1974, ha pubblicato diversi racconti in rivista. Fra i suoi romanzi, Gli occhi dei pavoni (1979)Premio Mondello, Diletta Costanza (1996),Uffizio delle tenebre (1998), In nome dell'Imperatore (2008). Il libro Una laguna, e un uomo che arriva ed abita la grande casa nel parco: scrive il Diario delle Solitudini. Ha avuto un incidente, ha il viso contratto. Il lettore scoprirà a poco a poco la sua identità e la dinamica del grave incidente che ha cambiato la sua vita. Ma la lingua e lo stile, affrancati totalmente dal gergo della contemporaneità, ci portano su strade sbagliate: il misterioso protagonista, nonostante alcuni indizi ben dissimulati, potrebbe essere un monaco, oppure un cavaliere, o uno di quegli artisti raminghi che hanno attraversavato l’Italia alla ricerca del luogo felice. Invece è un fotoreporter ferito durante una missione in Algeria. Sappiamo che vive di colpe ma anche queste le scopriremo strada facendo . Il mistero della scrittura di Fausta Garavini è che gioca in controtempo. Prende una storia di grande attualità e la spoglia di qualsiasi riferimento temporale. Scrive una favola gotica, entra in un tempo indefinibile, parla di un dramma sfuggente. Il reporter vive in completo isolamento, con la sola compagnia, di tanto in tanto, di Norberto, la persona che provvede al suo approvvigionamento. Invece di elaborare il suo lutto – che è anche il lutto di un mestiere, quello del giornalismo, che ha perso ogni forma di passione – inizia a vivere della vita della casa: affascinato dagli indizi che lo circondano – i quadri, i mobili – , ricostruisce la vita dei suoi abitanti, segnata dalle guerre del Novecento e riscattata dall’arte. Sulle tacce di Rodolfo e Gualtiero, Amanda e Matilde, ma soprattutto sulle tracce dell’amore di Lavinia e Alvise – la cui tomba manca nel cimitero di famiglia, trova le lettere che descrivono le tappe del triste fallimento di una comunità felice. Lavinia e poi Livia: il passato lo porta al suo dolore, al suo presente, i nomi di ieri risuonano in quelli di oggi e sarà proprio grazie ai fantasmi degli uomini e delle donne della villa che il giornalista farà affiorare alla superficie anche la sua memoria. GIUSEPPE LUPO con L’ultima sposa di Palmira, Marsilio editori Giuseppe Lupo narratore e saggista, docente di letteratura contemporanea all’Università Cattolica, con L’Americano di Celenne, ha vinto il Premio Berto, il Premio Mondello e il Festival du premier roman, ha pubblicato nel 2004 Ballo ad Agropinto .Tra i saggi ricordiamo Sinigalli e la cultura utopica degli anni Trenta (Premio Basilicata) Ha contribuito alla realizzazione della Storia dei “Gettoni”di Elio Vittorini. Collabora con “Il Mattino”, “Poesia” e “L’Immaginazione”. Il libro Il terremoto del 1980 colpisce la Basilicata e la Campania, provocando migliaia di morti. Un’antropologa milanese si precipita a Palmira, minuscolo centro dell’appennino. Trova strade e ferrovie interrotte, dighe e ponti crollati, abitazioni rase al suolo, famiglie distrutte. Solo una falegnameria è rimasta in piedi e dentro, notte e giorno mastro Gerusalemme fabbrica il mobilio per una sposa, l’ultima del paese. Sulle ante sta disegnando le leggende che si tramandano nel tempo. I pannelli dei mobili sono l’unica testimonianza che Palmira sia esistita veramente. Tra l’antropologa e il falegname inizia un dialogo, un viaggio alla ricerca dell’ultima sposa, un’avventura nei segreti di questa comunità, dalla remota fondazione all’apocalisse del terremoto che ha trasformato il paese in un immenso presepe di morti. L’Opera prima è stata assegnata alla giovane ma già molto nota scrittrice BARBARA DI GREGORIO con il libro Le giostre sono per gli scemi, editore Rizzoli: un libro che certamente avrebbe scelto Vittorini anche per la “scrittura” e il “linguaggio” raffinato. I premi saranno consegnati il 20 giugno 2011 nella serata che si terrà al Teatro greco di Siracusa Con la conduzione di Fabrizio Frizzi. Saranno presenti i vincitori e gli editori.
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