Data: 19/12/2011
Oggetto: PRESENTATA L’APERTURA, DOPO TRENTA ANNI DELLA CHIESA MADRE DI PALAZZOLO ACREIDIE
  E’ stata presentata stamattina dal presidente della Provincia Nicola Bono,e dal sindaco di Palazzolo Carlo Scibetta, nella sala Costanza Bruno della Provincia, la cerimonia di riapertura della chiesa Madre di Palazzolo, che avverrà domenica 18 dicembre. L’edificio sacro più antico di Palazzolo è chiuso da trent’anni. Dopo un lungo iter burocratico sono arrivati i finanziamenti necessari per il suo recupero, grazie ai fondi che sono stati stanziati per il lungo lavoro di consolidamento, per un totale di un milione e 700 mila euro. I lavori sono stati realizzati dalla ditta “San Fratello” di Palermo. La data del 18 dicembre è stata scelta per poter permettere a quanti verranno a Palazzolo durante le festività del Natale di visitarla e ammirarne così la straordinaria bellezza. “Questo evento – ha detto il presidente Bono – è atteso da anni e riveste una particolare importanza poiché Palazzolo è tra i comuni della provincia ad avere una lunga tradizione religiosa particolarmente attiva e vivace. Sono note a tutti le festività canoniche e religiose che si svolgono nel paese. La chiesa Madre è intestata a San Nicolò come quella di Noto, di Avola e di altre in provincia e questo è un forte elemento della radice culturale che attinge alla dominazione bizantina che ci fu sul territorio. E poi non è un caso che ad Antonello da Messina fu commissionato da un religioso palazzolese la realizzazione del quadro dell’Annunciazione, per dare lustro a una pratica religiosa particolarmente sentita e anche questo non va dimenticato. E’ determinante la riapertura quindi non solo per la fruizione religiosa della chiesa ma anche per l’importanza culturale turistica per il territorio”. Il sindaco Scibetta ha ringraziato il presidente Nicola Bono per la disponibilità e anche per il contributo concesso per il completamento degli arredi. “La riapertura della Chiesa Madre – ha sottolineato Scibetta – sarà un evento che scriverà la storia di Palazzolo. Un risultato importante raggiunto a completamento del lavoro iniziato dal mio predecessore Domenico Nigro”. Scibetta ha poi illustrato i lavori complessi realizzati, lunghi soprattutto per i problemi di staticità dell’immobile. “Aprirla prima del Natale – ha aggiunto Scibetta – darà la possibilità a tanti di ammirarla anche in occasione del presepe vivente che verrà allestito nella chiesa”. Alla conferenza stampa ha partecipato anche il consigliere provinciale Domenico Nigro, fu lui ad interessarsi per ottenere il finanziamento integrativo alle somme inizialmente stanziate. Il sindaco Scibetta ha presentato gli eventi previsti per la giornata della riapertura. In mattinata ci sarà un lungo corteo che partirà dalla basilica di San Paolo, per toccare le altre parrocchie, San Sebastiano, San Michele e l’Addolorata in modo che ogni comunità si aggreghi al corteo. Le varie chiese porteranno i labari, gli stemmi simbolo della parrocchia. In piazza del Popolo si uniranno le autorità civili. Il lungo corteo si concluderà alla Chiesa Madre dove alle 11 il vicario generale dell’Arcidiocesi, monsignor Maurizio Aliotta celebrerà la santa messa. A officiare la messa anche i parroci delle altre chiese del paese. Al termine della celebrazione sarà intonato il “Te Deum” in segno di ringraziamento per questo importante evento atteso da tutta la comunità. A organizzare la festa la comunità di San Paolo, il parroco don Tabacco e il Comune di Palazzolo, con l’assessorato al Turismo guidato da Paolo Sandalo. Per ultimare gli interventi di arredo e sistemazione della chiesa è stata avviata una raccolta fondi per coinvolgere tutta la comunità palazzolese. La Chiesa Madre risale al 1200 e fu dedicata al culto di San Nicolò dal vescovo di Siracusa Bartolomeo Gash. La chiesa è la più ampia di quelle esistenti ancora oggi nel paese, ricostruita dopo il terremoto del 1693. E’ inoltre considerata la più grande della provincia, dopo il duomo di Siracusa e la cattedrale di Noto. Al suo interno sono pregevoli gli altari delle navate laterali, come quello dedicato a San Giuseppe con le colonne tortili e le decorazioni in pietra. Tante poi le opere d’arte lignee e pittoriche, realizzate da artigiani palazzolesi. Cenni storici. Documenti di archivio attestano l’esistenza della chiesa dal 1215, anno in cui fu dedicata al culto di San Nicolò dal vescovo di Siracusa Bartolomeo Gash. La chiesa è la più ampia di quelle esistenti ancora oggi nel paese, ricostruita dopo il terremoto del 1693. La facciata oggi visibile è invece da attribuire ad una ricostruzione effettuata dopo un crollo verificatosi nel 1833. Divisa in due ordini, in quello inferiore si distingue il portale centrale con copertura a timpano e ai lati due nicchie prive di statue. Chiude la parte superiore di quest’ordine un architrave decorato con metope e triglifi. Il secondo ordine è caratterizzato dalla stessa disposizione architettonica dell’ordine inferiore, con la sola variante di presentare al centro una nicchia priva di statue e ai lati due finestre con campane. La parte superiore è chiusa da un fregio riccamente decorato, con ai lati due statue. L’interno è diviso in tre navate, delle quali quella centrale è separata da quelle laterali da quattro colonne. L’abside maggiore presenta un coro ligneo settecentesco che fa da cornice all’altare maggiore marmoreo, sul quale era collocato un quadro di San Nicolò di Mira attribuito al pittore palazzolese Paolo Tanasi.Sotto la volta dell’abside erano raffigurati i quattro Evangelisti. Secondo una tradizione locale queste immagini erano note per la loro bruttezza col nome di “varcacanni” e indicavano i demoni delle tempeste. Ancora oggi, per incutere paura ai bambini, si dice “Stai attento ca venunu i varcacanni”. Nell’anti-sagrestia vi è una credenza ottocentesca scolpita dai Costa. In sagrestia un “Cassarizzo” datato al 1760, ornato da statuine raffiguranti i santi il cui culto era esercitato sul posto; l’armadio custodisce il preziosissimo archivio vicariale che contiene atti a datare dal 1400. Dall’attuale presbiterio si può accedere attraverso una piccola porta all’antica sagrestia, unica parte dell’edificio conservatasi dopo il terremoto del 1693. Le pareti sono in pietra, dentro una nicchia vi è un piccolo lavabo,utilizzato dai presbiteri del tempo. Inoltre vi sono conservati alcuni elementi architettonici probabilmente appartenenti alla prima fondazione della chiesa. Nella navata sinistra si distingue l’altare marmoreo dedicato a Sant’Ippolito, sormontato un tempo dalla tela che rappresenta il Martirio del santo, attribuita a Pietro Novelli. Nella navata destra si trova una cappella anticamente dedicata al S.S. Sacramento, oggi invece dedicata a San Giuseppe. (Dal sito www.comune.palazzoloacreide.sr.it).
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