Data: 30/01/2013
Oggetto: BONO HA QUERELATO I SUOI ACCUSATORI DI SAI 8 E RINUNCIATO ALL’INCARICO DI COMMISSARIO LIQUIDATORE DELL’ATO IDRICO
  Il presidente della Provincia Regionale di Siracusa On Nicola Bono ha presentato oggi querela per calunnia e per qualsiasi altro reato collegato al disegno criminoso della denuncia che a suo tempo fu presentata nei suoi confronti e che fu alla base dell’indagine che lo ha interessato nell’inchiesta giudiziaria “Oro Blu”. La querela è stata depositata nei confronti di Giorgi Mirko e Ferraglio Marzio, sottoscrittori della denuncia da cui è scaturita la vicenda giudiziaria, ed è estesa nei confronti di tutti coloro che hanno contribuito all’orchestrazione della strategia finalizzata a salvaguardare gli interessi illeciti di SAI 8. Il presidente Bono ha dichiarato: “Già due anni fa, in occasione della conferenza stampa in cui diedi notizia dell’avviso di garanzia, e, poi successivamente lo scorso 5 gennaio quando ho comunicato l’archiviazione della mia posizione, avevo annunciato che avrei presentato querela nei confronti di tutti coloro che, pur di rimuovermi da presidente dell’ATO Idrico, non avendo potuto trovare “accomodamenti diversi”, non hanno esitato a calunniarmi per potere attuare i loro disegni criminosi. In tal modo, per due anni, un politico onesto, che ha sempre svolto il suo ruolo di rappresentanza senza mai essere sfiorato neanche dall’ombra del dubbio sulla correttezza, onestà e integrità, si è trovato di colpo sulla prima pagina dei giornali accusato di reati infamanti e gravissimi, contro i quali si è sempre costantemente battuto. E’ venuto il momento di pretendere giustizia e così come ho affidato l’accertamento della mia innocenza ai giudici, fiducioso che le indagini avrebbero sicuramente sconfessato ogni calunniosa e strumentale accusa, analogamente affido ai giudici il compito di rendermi giustizia e di riconoscere il diritto all’equo risarcimento del danno subito. Quanto vale 40 anni di onesta attività politica, e soprattutto qual è il valore di una reputazione immacolata? Lo decideranno i giudici in rapporto alla gravità dell’azione che è stata orchestrata. I gravi torti che ho subito dai vertici di SAI 8, hanno tuttavia determinato un oggettivo stato di conflittualità, che mi obbliga moralmente ad astenermi dall’assumere la guida dell’ATO Idrico e quindi il ruolo di controllore di SAI 8. Indubbiamente per me è stata forte la tentazione di riassumere il ruolo di capo dell’ATO Idrico, anche per continuare l’opera di legalità intrapresa sin dal mio insediamento. Questo però sarebbe stato contrario a quanto ho sempre praticato nella mia vita, e cioè il rispetto del principio che gli amministratori pubblici non solo devono avere come unico obiettivo la tutela dell’interesse pubblico, ma devono anche essere ed apparire trasparenti e cristallini. Non potrei mai accettare che i miei provvedimenti, nella qualità di responsabile dell’ATO Idrico, potrebbero apparire come preordinati al raggiungimento di qualsivoglia rivalsa personale per quello che ho subito, cosa che invece con l’odierna querela ho affidato all’azione della Magistratura terza ed imparziale. Se non fosse intervenuta la recente Legge Regionale n.2 del 2013, avrei potuto optare per l’accettazione della guida dell’ATO Idrico, riservandomi l’esercizio del dovere di astensione ogni qualvolta fosse stato ipotizzabile un conflitto con SAI8. Purtroppo anche questa possibilità è stata resa impossibile dalla circostanza che la suddetta legge regionale, nella prospettiva della liquidazione degli ATO idrici siciliani, ha soppresso tutti i relativi organi, sostituendoli con l’unica carica di commissario straordinario e liquidatore. Con la nuova legge, se accettassi, mi troverei nell’imbarazzante condizione o di violare il mio dovere di astensione su ogni provvedimento relativo a rapporti con SAI 8, o di astenermi del tutto, condannando così il consorzio all’assoluto immobilismo per l’assenza di qualsiasi altro soggetto competente. Anche se a tutt’oggi non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte della Regione in merito alla nomina a commissario straordinario liquidatore dell’Ato Idrico, la mia etica e il mio senso di responsabilità mi hanno indotto a scrivere all’Assessore Regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, per comunicare le mie ragioni di incompatibilità nell’assunzione di tale incarico. Voglio, in ogni caso, assicurare che il rispetto delle regole di correttezza e trasparenza, che mi obbligano ad astenermi dall’assumere la guida dell’ATO Idrico, non costituiscono assolutamente indizio di un mio disimpegno dall’esercizio dell’azione politica di vigilanza e di critica su ogni aspetto della gestione del servizio idrico e sui complessi rapporti con SAI 8. Se nei due anni dell’inchiesta ho dovuto astenermi da ogni coinvolgimento per rispetto della Magistratura, oggi il riconoscimento giudiziale della mia estraneità ad ogni ipotesi di reato e la mia scelta di astenermi dall’assunzione della carica di commissario straordinario, mi pongono nella condizione di potermi muovere in assoluta libertà e senza pregiudizio, esattamente come sempre ho fatto a difesa dell’interesse pubblico, e quindi di potere denunciare pubblicamente ogni eventuale illecito, o semplice irregolarità, o illegittimità di cui venga a conoscenza dando ogni possibile supporto al ripristino delle elementari condizioni di legalità del settore”.
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