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La nuova convenzione redatta dal tavolo tecnico istituito con l’Università di Catania, non sta bene al Consiglio provinciale che, nella seduta di ieri sera, ha deciso di difendere a spada tratta i corsi di laurea già facenti parte della precedente offerta formativa, Architettura e Beni culturali e tecnologia applicata ai restauri. Il Consiglio ha altresì deciso di sostenere la riconferma del Consorzio Archimede e di adire le vie legali nei confronti dell’ateneo catanese nel caso non venissero rispettate le condizioni tutt’ora vigenti. In pratica il Consiglio ha votato gli emendamenti proposti dalla terza commissione e due dei tre punti di un secondo documento presentato in aula da tredici consiglieri (privo del primo punto giudicato inammissibile) .
“L’assemblea – ha dichiarato il presidente del Consiglio provinciale, Michele Mangiafico - ha fatto tesoro del lavoro della terza commissione consiliare, esitando in tempi brevi il provvedimento riguardante la nuova proposta di convenzione con l’Università di Catania. Ne è emersa, con la modifica della stessa proposta, la volontà di difendere l’offerta formativa che ha caratterizzato in questi dieci anni il territorio del comune capoluogo, indirizzando l’Amministrazione – pur di far valere le ragioni delle convenzioni tutt’ora vigenti – ad adire le vie legali. Ringrazio l’intero consiglio provinciale per un dibattito che, pur caratterizzato da tensioni e divergenze di idee, si è mantenuto su un alto profilo e tutti i numerosi studenti presenti che, ancorché visibilmente partecipi, hanno assistito ai lavori con grande rispetto e attenzione”.
Il presidente della Provincia, on. Nicola Bono, presente alla seduta insieme agli assessore Tino Di Rosolini, Salvatore Mangiafico, e Giuseppina Ignaccolo, dopo aver fatto un excursus dell’intera vicenda, aveva sostanzialmente invitato il Consiglio a modificare sì la convenzione, ma senza esagerare per evitare di dare al Senato accademico l’alibi per respingere tutto. Il presidente Bono, alla fine del suo intervento, ha anche fatto un accenno all’ipotesi del quarto polo universitario.
Da parte dell’opposizione la nuova convenzione proposta dall’Università di Catania era stata definita (da Carmelo Spataro, ma condivisa da molti consiglieri) “Un patto leonino” che avrebbe certamente penalizzato l’insediamento universitario a Siracusa.
Va detto, per la cronaca, che un gruppo di consiglieri di maggioranza (Di Lorenzo, Amato, Oddo, Briante, Saggio, Getulio, Caldarella, Andolina) aveva chiesto di far tornare il provvedimento riguardante l’Università in commissione, alla luce di alcune novità che erano emerse in seguito all’intervento del presidente Bono. Però l’ipotesi di un aggiornamento è stata stoppata dal resto del Consiglio (con l’astensione del presidente Mangiafico). Anche all’interno della maggioranza (Butera, Amenta, Bastante, Paci e Nigro) si è preferito privilegiare la pista dei Beni culturali legata all’ipotesi di sviluppo che persegue il territorio.
Alla fine, come abbiamo detto, dopo vari confronti, è passata la linea del documento firmato da tredici consiglieri, documento che raccoglieva i frutti del lavoro che era stato fatto in terza commissione presieduta dal consigliere Di Lorenzo nel rispetto delle vigenti convenzioni.
Dopo la problematica legata all’Università, il Consiglio, prendendo atto del parere dei revisori dei conti e di quello espresso nel pomeriggio dalla commissione bilancio presieduta da Biutera, ha incardinato il secondo punto all’ordine del giorno, quello riguardante l’assestamento di bilancio. Fino a lunedì prossimo alle ore 9 i consiglieri potranno presentare degli emendamenti, poi alle 19 Consiglio provinciale dedicato, appunto, all’assestamento di bilancio.
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