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Un documento di dissenso nei confronti della costituzione della nuova Giunta provinciale, firmato dal capogruppo del Pdl, Paolino Amato, e dai consiglieri Giuseppe Bastante, Francesco Saggio e Rosario Di Lorenzo, ha determinato una spaccatura all’interno della maggioranza nel corso del Consiglio provinciale di ieri sera che era stato convocato dal presidente Mangiafico per discutere e proporre eventuali osservazioni sulla perimetrazione del Parco degli Iblei. L’opposizione ha ripreso a parlare di Ente commissariato, di maggioranza inesistente. Dai banchi dell’opposizione i consiglieri Biagio Saitta e Roberto Getulio hanno portato un contributo diverso nel senso che hanno proposto al presidente Bono, presente in aula insieme ai nuovi assessori eccetto il senatore Roberto Centaro, una Giunta alternativa che rappresenti un po’ tutto il Consiglio o formata da tecnici che possa portare a conclusione la legislatura e risolvere i problemi della collettività.
Da parte della maggioranza l’intervento del vice capogruppo del Pdl, Salvo Andolina in favore del presidente Bono, invitato ad andare avanti nel suo lavoro a meno che non si renda conto che non esistono più le condizioni, e critico nei confronti dei quattro consiglieri che hanno firmato il documento di dissenso.
Il presidente Bono ha definito non appropriato il documento presentato in aula dai quattro consiglieri.
Nell’ambito delle comunicazioni da registrare l’intervento del consigliere Nunzio Dolce che ha parlato della grave crisi – con rischio-licenziamenti – che ha investito il triangolo industriale della provincia. E in particolare si è soffermato sulla posizione di quaranta dipendenti di Conforama che prima di Natale rischiano di perdere il posto di lavoro. Dolce ha chiesto al presidente della Provincia un intervento per trovare una soluzione alla crisi occupazionale.
Prima ancora che si sviluppasse la discussione in seguito alla lettura del documento di dissenso, il presidente Bono aveva presentato la sua nuova Giunta al Consiglio evidenziando la presenza di una donna nell’esecutivo.
Poi la mancanza del numero legale. Dopo un’ora di stop, ancora un appello e l’impossibilità a proseguire la seduta che riprenderà questa sera alle 19.
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