Data: 11/02/2011
Oggetto: Consiglio provinciale del 9 febbraio
  Consiglio provinciale di ieri sera quasi interamente dedicato alla vicenda del pomodorino Igp. Due le novità venute fuori nel corso della seduta. Una lettera inviata dal presidente della Provincia, on. Nicola Bono, ai vertici della Rai, e un documento redatto dai componenti della quarta e settima commissione consiliare approvato all’unanimità dall’Assemblea. Il presidente Bono, insieme agli assessori Lidia Pannuzzo, Salvatore Lazzari, Niky Paci e Aurelio Basilico, è venuto in aula per informare il Consiglio che l’Amministrazione attiva si era già mossa ed aveva anche individuato la strategia da adottare: quella di chiedere ai vertici della Rai di organizzare una puntata “di approfondimento del programma “Bontà Loro” che, oltre alla presenza di chi scrive, veda anche quella – è scritto nella lettera inviata dal presidente Bono - dei rappresentanti del settore capaci di apportare un serio contributo al dibattito. “Invitare i consumatori a non acquistare il pomodorino di Pachino – si legge nella nota che il presidente Bono ha inviato ai vertici della Rai – perché la filiera commerciale potrebbe essere contaminata da infiltrazioni mafiose, oltre a creare una ingiusta e gratuita assimilazione, è paragonabile all’invito a non visitare le bellezze di Palermo o Napoli perché lì potrebbero vivere mafiosi o camorristi. E’ evidente l’inutilità e la dannosità si mili messaggi, così come altrettanto evidente è la necessità che il servizio pubblico provveda alla riparazione in forma specifica del danno inflitto all’economia della Provincia di Siracusa in gran parte fondata sull’agricoltura e, in particolare, su un prodotto dalle eccezionali qualità come il pomodorino insignito del marchio Igp. “L’istigazione a boicottare – è scritto nella lettera inviata alla Rai - dalle tavole degli italiani il pomodorino di Pachino, messaggio esplicitamente lanciato nel corso della trasmissione televisiva “Bontà Loro” condotta dal dott. Costanzo ed andata in onda il 3 febbraio u.s. su Rai 1, lungi dal scalfire concretamente la criminalità organizzata ed i relativi interessi, danneggia invece irrimediabilmente sia un incolpevole ortaggio dalle eccellenti caratteristiche organolettiche e sia una moltitudine di lavoratori e produttori che nulla hanno a che vedere con la criminalità organizzata e, semmai, sono le principali vittime di chiunque, in modo malavitoso e parassitario, si infiltra nella filiera commerciale e determina ingiustificati rincari e conseguenti contrazioni della domanda”. Anche il Consiglio provinciale, che da subito ha voluto trattare questa vicenda a partire dalla seduta di lunedì scorso, allorchè è stato votato un primo atto di indirizzo, ieri ha votato all’unanimità un proprio documento con cui “impegna il presidente della Provincia a porre in essere – il documento è stato letto interamente in aula dal consigliere Biagio Gionfriddo – tutte le azioni sia sul piano politico che giudiziario al fine di assicurare la più ampia tutela ai produttori, alle associazioni, al consorzio di tutela e a quanti hanno subito dalla trasmissione televisiva un danno dì immagine”. Dopo la lettura della nota inviata dal presidente Bono ai vertici della Rai, un breve dibattito nel corso del quale sono intervenuti nell’ordine i consiglieri Gino Gionfriddo, Nino Iacono, Rosario Di Lorenzo e Domenico Nigro i quali, oltre a condividere l’iniziativa del presidente Bono per la protesta, hanno sottolineato che il prodotto va comunque tutelato, va difeso il lavoro della produzione, va accorciata la filiera ed è stato anche posto il problema della commercializzazione con riferimento ai costi. Dopo la discussione sul pomodorino, il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità due debiti fuori bilancio. Uno riguardante il pagamento di una fattura all’avv. Nadia Gallitto. Il secondo debito fuori bilancio, invece, si riferisce alla liquidazione di un compenso all’architetto Mario La Guzza componente di un colleggio arbitrale. Poi il Consiglio è stato rinviato a data da destinarsi. Per individuare una nuova data dovrà riunirsi la conferenza dei capigruppo.
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