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A Strasburgo, presso il Consiglio d’Europa, la Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accolto il ricorso in appello presentato dal Governo italiano lo scorso aprile, contro la sentenza relativa all’esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche (Lautsi vs. Italy, no. 30814/06). Sulla questione, il Consiglio provinciale di Siracusa si era espresso con delibera n. 3 del 25/01/2010 con la votazione di un ordine del giorno in linea alla posizione del Governo italiano. Nella sentenza della Corte Europea e nelle motivazioni che l’hanno determinata rintraccio importanti ragioni di soddisfazione: in primo luogo, la Corte ha riconosciuto che ciascun paese europeo va rispettato nell’ambito del riconoscimento delle proprie tradizioni all’interno delle istituzioni pubbliche e, in questo senso, ha applicato un principio profondamente cristiano, quello di sussidiarietà; in secondo luogo, la Corte ha riconosciuto che ogni mero desiderio del singolo individuo non possa automaticamente tradursi nell’idea che un’istituzione pubblica stia offendendo la sua libertà personale; infine, nel crocifisso è stato rintracciato un valore culturale civile del nostro paese che travalica la stessa sfera religiosa e che rappresenta piuttosto i principi e i valori su cui è fondata la nostra carta costituzionale. Questa vicenda, che mette definitivamente il punto anche su analoghe situazioni che in questi mesi sono state oggetto di dibattito nel territorio della nostra provincia, apre piuttosto ampio spazio a nuove considerazioni legate alla nostra identità europea. Soprattutto oggi che di fronte alla guerra in Libia ancora una volta l’Europa ha dimostrato che alla sua identità monetaria non ne corrisponde un’altra in politica estera, soprattutto oggi che la recente festa per l’unità d’Italia ci ha fatto riflettere se ci sarà un giorno in cui i nostri figli con la stessa tensione festeggeranno e dibatteranno sull’unità europea, soprattutto oggi appare nuovamente oggetto su cui riflettere il ruolo decisivo che il cristianesimo ha avuto nella costruzione del nostro continente e che il nostro continente non gli ha riconosciuto nella sua carta costituzionale.
Michele Mangiafico
Presidente del Consiglio provinciale
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