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Dopo oltre cinque ore di discussione, ieri sera il Consiglio provinciale ha approvato il bilancio con dodici sì. Al momento del voto i consiglieri dell’opposizione hanno abbandonato l’aula. E’ stata votata anche l’immediata esecutività – anche in questo caso dodici voti favorevoli – dello strumento finanziario. Dei trentatre emendamenti predisposti dai consiglieri di maggioranza e di opposizione solo cinque – tutti dello schieramento di centrosinistra – hanno ottenuto il via libera.
Non è stato semplice giungere all’approvazione del bilancio. In aula l’opposizione, con i consiglieri Ardita, Andolina, Meloni e Dolce, ha tentato in tutti i modi di determinare un esito diverso. Ma la maggioranza è stata compatta e alla fine ha raggiunto il suo obiettivo.
In aula – inizialmente presenti 23 consiglieri –, gran parte dell’amministrazione attiva: il presidente Marziano, gli assessori Giuffrida, Grande, Oliva, Marino, Uccello, Cacopardo e Galletta.
Dall’opposizione sollevato ancora una volta il timore dello sforamento del patto di stabilità. Ma il presidente Marziano e l’assessore al Bilancio, Giuffrida, hanno invece espresso soddisfazione per la bozza di bilancio varata dalla Giunta. Un bilancio che sì – secondo gli amministratori – potrebbe sforare il patto di stabilità, ma solo sul fronte degli investimenti, il che vorrebbe significare grande vivacità per quanto riguarda i lavori pubblici con il denaro che sarebbe utilizzato per la realizzazione di scuole, strade e così via.
C’è stato anche un momento di tensione allorquando il consigliere Ardita, nell’ambito delle “spiegazioni” su un emendamento che suggeriva l’investimento di una cifra di poco superiore ai sessantamila euro da utilizzare per i lavoratori precari, ha provocato la piccata e dura reazione del presidente Marziano che ha definito poco etico e ostruzionistico l’atteggiamento del consigliere di opposizione.
Diversi gli interventi dei consiglieri: hanno preso la parola Sorano, Musumeci, Ardita, Dolce, Getullio, Meloni, Ignaccolo, Lentini, Andolina, Dell’Arte, Coco, Lo Curzio, Cannata, Cafeo e Acquaviva. Poi il presidente del Consiglio, Salvo Faraci, ha dichiarato chiusa la sessione |