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La storia di Romilda, figlia di un “mannaruolo”, e di Francesco Ventimiglia, nobile siciliano avvitato nella conservazione dei propri beni, ambientata nella Sicilia che guardava all’unità d’Italia, ha incantato ieri pomeriggio il pubblico, in gran parte femminile, della sala Costanza Bruno della Provincia Regionale di Siracusa. La presentazione del romanzo “Manna e miele, ferro e fuoco”, organizzata in collaborazione dalla Presidenza del Consiglio provinciale e dalla sezione siracusana della Fidapa, è stata a tutto tondo – come ha voluto sottolineare il Presidente Michele Mangiafico – “un’occasione per trasmettere e condividere messaggi culturali legati alla storia e alle tradizioni della nostra terra, alle ragioni che ci hanno portato allo stato attuale, alla conoscenza di alcuni tratti tipici e valori del nostro territorio”.
Non a caso, tra le eccellenze chiamate a contorno dell’evento, il miele di Sortino, della cui tradizione ha parlato con dovizia di particolari e fin dalle origini Francesco Filosa, tra i più fini conoscitori dell’apicoltura della provincia siracusana.
Ma a coinvolgere la platea che ha risposto con più di un applauso è stato il professore Nino Portoghese, che ha voluto nel suo intervento ripercorrere gli atteggiamenti della classe dirigente siciliana del tempo, che corrispondeva allora alla classe nobiliare, motivando la caduta economica del meridione d’Italia anche attraverso le scelte scellerate di quegli esponenti politici.
Riflessioni che traevano spunto dalla lettura di alcune pagine particolarmente liriche del romanzo di Giuseppina Torregrossa, che ha colto l’occasione per approfondire gli argomenti toccati da Portoghese, parlando anche del ruolo della donna in quella società arcaica e in quella attuale. Un romanzo in cui certamente la femminilità la fa da protagonista, motivando a buon diritto la scelta di dar vita ad un evento da parte della Presidente della Fidapa di Siracusa, Teresa Peluso, che in occasione della manifestazione di ieri pomeriggio ha anche annunciato alle socie la recente vittoria del premio Rita Levi Montalcini da parte della sorella, attrice e regista Dora Peluso.
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