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Silenzio assordante quello che cala sugli operatori della formazione professionale della nostra provincia, senza stipendio in media da quasi un anno, alcuni da un anno e mezzo, protagonisti ieri a Palermo con i colleghi di tutte le altre province della protesta contro il governo regionale.
Intere famiglie sul lastrico per la sola colpa di avere padri e madri occupati nel mondo della formazione professionale piuttosto che in altri settori della vita associata hanno parlato senza mezzi termini di “macelleria sociale”. A parte i proclami, nessuna reale riforma ha caratterizzato fino ad oggi il settore al fine di garantire una migliore qualità dell’offerta formativa e peraltro quella esistente ha visto chiaramente penalizzata proprio la provincia di Siracusa rispetto alle altre siciliane. In attesa di una tanto proclamata riforma, la Regione ha deciso di lasciare senza risorse sportelli multifunzionali e corsi addebitando a corrente alterna ora all’uno ora all’alto di alcuni flussi finanziari esterni e non pertinenti col mondo della formazione la ragione del proprio mancato intervento.
Non sarebbe infatti distraendo le risorse dei Fas o dei fondi sociali europei che si risolverebbe secondo logica e coerenza il dramma di questo settore, ma attraverso le risorse regionali.
Sento il bisogno di esprimere la mia solidarietà a tutte queste famiglie e a tutti questi operatori, molti dei quali impiegati da decine di anni, e che oggi si ritrovano in un tunnel dal quale non riescono a capire, dopo l’incontro di ieri con l’assessore regionale Centorrino, se troveranno la via d’uscita e mi auguro che il governo regionale proceda rapidamente verso quelle riforme e quegli interventi (albo unico formatori, incentivi al pensionamento, blocco nuove assunzioni, utilizzo del fondo di garanzia, assunzione di responsabilità coi fondi regionali) che risolverebbero il problema.
Michele Mangiafico
Presidente del Consiglio provinciale
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