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Da diverso tempo giacciono all’attenzione del Consiglio provinciale due ordini del giorno, provenienti da settori diversi della maggioranza, l’uno per la soppressione del consorzio universitario “Archimede”, l’altro per il potenziamento. Senza entrare nel merito di una contrapposizione muscolare che a tratti ha dato più l’impressione di mirare ad una dimostrazione di forza piuttosto che ad un confronto sereno, credo sia il caso di provare a trovare una soluzione mediana, anche in considerazione del processo in corso nel nostro Paese, volto a favorire azioni di contenimento della finanza pubblica.
E’ di tutta evidenza, infatti, da un lato la crisi economica mondiale e l’imposizione di significativi interventi di ridimensionamento delle strutture pubbliche, dall’altro l’insieme dei risultati positivi che il consorzio “Archimede” ha permesso di raggiungere in questi anni sul piano della presenza universitaria a Siracusa e delle iniziative formative e culturali cui ha dato vita. Queste considerazioni portano a ritenere che non vada “gettato il bambino con l’acqua sporca”, pur rintracciando obiettivamente nel processo storico in corso l’acqua sporca nell’invito a tutti i livelli rivolto agli enti locali di abbandonare le forme consortili e, più di recente con l’ultima manovra finanziaria, l’affidamento al Prefetto del compito di nominare eventuali commissari ad acta laddove non si sia provveduto in questa direzione (rimane sul tappeto la solita questione della potestà esclusiva della Regione Sicilia in tema di enti locali).
Al fine di salvaguardare ciò che di buono ha caratterizzato l’esperienza consortile, si potrebbe allora restituire ad una convenzione tra gli enti locali (così come disciplinata dal decreto legislativo 267/2000) che hanno costituito a suo tempo la forma consortile la continuità di quell’esperienza e di quel lavoro, dei suoi effetti positivi, affidando ad un comitato di gestione privo di indennità e la cui partecipazione sarebbe a titolo totalmente gratuito le funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo.
Nascerebbe un vero e proprio settore a cavallo di Comune e Provincia. Salterebbe il consorzio e il suo consiglio di amministrazione, ma verrebbe salvaguardata l’idea di mantenere in capo ad un soggetto qualificato la tutela delle esigenze del nostro territorio sul piano dei rapporti con il mondo universitario e della produzione dell’offerta relativa.
Michele Mangiafico
Presidente del Consiglio provinciale
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