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Si è svolto questa il Consiglio provinciale aperto sulle ripercussioni nel territorio della zona sud della provincia conseguenti all’istituzione della riserva orientata Pantani della Sicilia sud-orientale. Al Consiglio convocato dal presidente Michele Mangiafico su richiesta di Nino Iacono, hanno risposto numerosissimi consiglieri, 21 su 25, nel corso dell’Assemblea, il presidente della Provincia, on. Nicola Bono, gli assessori Giuseppe Poidomani, Stefano Andolina, Aurelio Basilico, l’on. Titti Bufardeci e tantissime associazioni di categoria e ambientaliste.
Un aspetto ha unito tutti i presenti. Le attività produttive vanno salvaguardate, come ha detto inizialmente il consigliere Nino Iacono.
Il presidente della Provincia ha definito “opportuna” l’iniziativa di Iacono ma ha anche aggiunto che una soluzione è possibile e ha annunciato di essersi già messo in contatto con l’assessore regionale Spalma con cui ha concordato un appuntamento per il 6 ottobre. Il presidente Bono guiderà una delegazione di associazioni di categoria con l’obiettivo di trovare le soluzioni per salvaguardare il patrimonio naturale e le attività produttive. Per l’Amministrazione anche l’intervento dell’ass. Poidomani il quale ha precisato che nel corso dell’incontro a Palermo bisognerà trovare delle soulzioni condivise.
Altro aspetto venuto fuori dal lungo dibattito, durato circa tre ore, l’inidirizzo che il Consiglio provinciale intende dare all’Amministrazione per quanto riguarda questa vicenda che mette a rischio l’attività di tante imprese agricole. E a tal proposito va detto che sono pervenute al presidente del Consiglio provinciale, Michele Mangiafico, due documenti-proposte, uno a firma del consigliere Rosario Di Lorenzo e l’altro firmato da Alessandro Acquaviva e altri consiglieri.
Per quanto riguarda Alessandro Acquaviva, va segnalato il suo intervento un po’ fuori dal coro. “Ho sottoscritto una mozione politica - ha precisato -. Il Consiglio deve esprimere una propria posizione guardando al regolamento che afferma che le attività non chiuderanno. Un solo obbligo, quello di adeguare le serre alle normative che verranno. Ci sarà anche la possibilità di cacciare e persino le nuove costruzioni rurali sono consentite. Viene vietato soltanto di impiantare nuove serre. Ebbene, credo che ci si debba muovere in questa direzione. La riserva ha grandi potenzialità anche perché sono previsti i finanziamenti per le imprese all’interno delle aree protette”.
Di parere opposto il consigliere Giuseppe Bastante che ha invece parlato di atto di terrorismo. “Troppe scelte fatte dall’alto – ha detto – andavano invece concertate con chi il territorio lo vive e lo amministra”. Liddo Schiavo ha invece sottolineato alcune contraddizioni per ciò che riguarda il territorio sud. “Da una parte – ha spiegato – abbiamo i programmi comunitari per dare un indirizzo preciso al territorio, dall’altro fondi da utilizzare per un indirizzo diverso”.
“Un minimo di concertazione prima del decreto – ha detto Rosario Di Lorenzo – era necessario”. In particolare il consigliere Di Lorenzo ha proposto due soluzioni: “cassare l’area B, la pre-riserva e comunque consentire di far nascere nuove attività.
Queste proposte, insieme a quella firmata da Acquaviva e da altri consiglieri sarà messa ai voti nel corso del Consiglio provinciale di giovedì sera alle ore 19, quando in aula approderanno anche gli equilibri di bilancio, la proposta formulata dalla Giunta.
Sostanzialmente d’accordo con Di Lorenzo anche l’on. Bufardeci che ha detto no a nuove estensioni della riserva. “Non si può bloccare – ha spiegato il parlamentare regionale – l’attività agricola, troppi vincoli”.
“Per quanto mi riguarda – ha sottolineato Carmelo Spataro – due sono le esigenze da salvaguardare. Il ciliegino, una realtà unica al mondo, ma al tempo stesso anche la tutela del territorio”.
“Da questo Consiglio – ha chiarito Salvatore Andolina – deve venir fuori un indirizzo chiaro per uno sviluppo economico sostenibile”.
Da parte sua Gino Gionfriddo ha spiegato: “Il regolamento non è affatto scandaloso. E’ possibile rendere compatibili le attività produttive con la tutela del territorio.
Per quanto riguarda gli interventi esterni al Consiglio, Giovanni Frasca della federazione italina caccia di Rosolini ha condiviso la proposta di Iacono di salvaguardare le attività produttive e ha chiesto di far venire fuori un documento congiunto.
Giuseppe Patti del Wwf ha auspicato un’integrazione tra attività economiche e tutela del territorio.
Sebastiano Fortunato (Consorzio tutela Igp) ha sottolineato come questo territorio sia riuscito a far conoscere al mondo intero un prodotto unico. “Se tutto dovesse restare così come previsto dal decreto – ha aggiunto - le aziende non potrebbero fare più programmi di ampliamento. Fra qualche anno le serre saranno da rinnovare e il decreto lo impedisce”.
“Occorre un regolamento serio” ha detto Paolino Uccello vice presidente regionale dell’Ente fauna siciliana.
Salvo Maino (Legambiente Pachino): “la riserva tutela il territorio”. Da registrare anche gli interventi dell’ass. pachinese Orlando, di Rosario Cugno, Giuseppe Russo.
Da parte sua il presidente del Consiglio provinciale, Michele Mangiafico, ha così commentato i lavori di questa mattina: “Il Consiglio provinciale si è sostanzialmente sostituito alla Regione siciliana nel ruolo nevralgico di partecipazione della cittadinanza, in forma singola e associata, alla costruzione del processi decisionali. Gli interventi delle categorie interessate alla realizzazione della Riserva Pantani mi auguro potranno permettere all’assessorato regionale di migliorare quanto deciso in maniera non concertata col territorio, pur salvaguardando le esigenze di tutela che sono all’origine del provvedimento”.
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