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Una buona notizia arriva dalle commissioni libertà civili e per i diritti della donna del Parlamento europeo, che hanno approvato la settimana scorsa le nuove regole in materia di protezione europea delle vittime di violenza. Misure per proteggere le vittime di violenza esistevano già in tutti i Paesi membri, ma, finora non erano mai state applicabili se la vittima si spostava in un altro paese. La decisione di protezione europea metterà in condizione tutti i cittadini di godere delle stesse garanzie in tutta l’Unione Europea. La gran parte delle misure di protezione sono applicate nei confronti di donne vittime di violenza sessiste. Si tratta di un importante passo in avanti, nella consapevolezza che la sicurezza e la serenità della vittima è spesso direttamente proporzionale alla distanza dal luogo dove ha subito violenza. Non a caso, in vista della riapertura della Casa rifugio da parte dell’Amministrazione provinciale, si è già fatto vivo l’interesse da parte di soggetti esterni al territorio della nostra provincia. Un fatto rilevante della nuova normativa europea è che si applica anche alle vittime potenziali e, sin dall’inizio, i parlamentari hanno sostenuto l’idea di proteggere chiunque abbia subito molestie, rapimenti, agguati e altre forme di soprusi. Se un cittadino beneficia di un programma di protezione in uno Stato membro potrà presentare una domanda in cui chiede di essere protetto, con lo stesso programma, anche in un altro paese. Si potranno ottenere, ad esempio, gli stessi benefici di diffida dell’aggressore all’avvicinamento a luoghi determinati o abitualmente frequentati dalla persona offesa. In virtù della direttiva le misure di protezione possono essere richieste anche dalla famiglia della vittima. Gli aggressori avranno facoltà di contestare le misure di protezione. Una legislazione per il diritto civile completerà la nuova direttiva di protezione europea in ambito penale che deve essere formalmente approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima della fine dell’anno. Una volta che queste norme saranno adottate, gli Stati membri avranno tre anni per recepirle nell’ordinamento nazionale. Credo sia importante per il ruolo che ha dichiarato di voler esercitare in questo campo l’Amministrazione provinciale di Siracusa che l’Assessorato al ramo acquisisca questa documentazione e metta in condizione da subito le strutture gestite di essere all’avanguardia dal punto di vista della conoscenza degli sviluppi normativi in materia e delle possibilità di applicazione.
Michele Mangiafico
Presidente del Consiglio provinciale
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