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Per tutelare e recuperare la città antica occorre saper leggere tutti gli ingredienti che fanno parte della sua complessità e che non si “riducono”, per quanto l’aspetto urbanistico abbia un’importanza rilevante, solo al sistema edilizio e alle tipologie abitative. Innamorarsi dei palazzi, dei cagnoli dei balconi, delle finestre, dei portali, dei cortili e delle piazze non vale a nulla se non ci si innamora in una lettura organica del progetto di riqualificazione del centro storico anche del “popolo” di Ortigia. In questo senso, l’operazione culturale di evoluzione e trasformazione dell’isolotto iniziata a metà degli anni novanta, ancora oggi che si discute di Piano particolareggiato non può prescindere dal mettere in relazione il “centro storico” con tutta la complessità di rubriche che caratterizza l’Amministrazione comunale della città capoluogo. Approssimative sono quelle analisi che guardano allo sviluppo di Ortigia nell’ultimo quindicennio solamente sulla base del dato statistico dei residenti traendone la conclusione di una mancata crescita, senza considerare le centinaia e centinaia di persone, soprattutto non siracusane, che hanno acquistato e ristrutturato e che, pur non risultando residenti dal punto di vista anagrafico, vivono profondamente e continuativamente il centro storico cittadino. A queste non possiamo non proporre di rivivere Ortigia anche nella dimensione di un isolotto tranquillo e privo di fenomeni di delinquenza e per far ciò non basta l’intervento di un assessorato dedicato senza la collaborazione di tutte le altre forze istituzionali chiamate a mitigare il disordine sociale che si sta facendo strada. La Provincia Regionale di Siracusa, da parte sua, non può permettere la vandalizzazione delle sue proprietà come accade ultimamente con l’Itas attraverso i pannelli di polistirolo all’entrata del cantiere. Gli organi deputati al controllo, ma anche quelli deputati alla promozione sociale, sono chiamati a raccogliere il grido d’allarme che in alcuni quartieri significativi del centro storico (Graziella, Giudecca, Spirduta) si è trasformato recentemente in paura per le baby-gang e gli episodi di bullismo che chi vive in Ortigia sente raccontare in continuazione. Tutti dobbiamo partecipare all’operazione “Ortigia sicura” per difendere i cittadini e i turisti dai violenti, e per proporre agli altri l’immagine di una città mite, bella, da visitare e da godere.
Michele Mangiafico
Presidente del Consiglio provinciale
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