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Alla fine del mese di dicembre la comunità di Bolzano fu scossa dalla notizia che Hans Cassonetto, clochard che dormiva nella spazzatura nonostante un discreto conto in banca, fosse morto bruciato la notte di Natale per scaldarsi dal freddo. La notizia aveva del curioso nella sua angosciosa veridicità, ma era solo la premessa di un paese impreparato al ricovero dei più emarginati nel momento di estrema difficoltà. La più recente nevicata di queste settimane ha riportato in cronaca altri due senzatetto deceduti per assideramento a Roma e a Milano, nel primo caso dentro una grotta e nel secondo sotto un cavalcavia, ma in entrambe le situazioni è possibile immaginare la drammatica ricerca di un luogo in cui riparare che ha preceduto la resa del corpo. L’idea di un centro che tiene stretti i propri privilegi anche a costo di lasciare sempre più lontana dalla soglia della sopravvivenza una periferia di bisognosi ritorna prepotentemente in primo piano e interroga principalmente le istituzioni.
A Siracusa, infatti, è notizia di queste ore l’allarme lanciato da una buona parte della cittadinanza attiva della nostra comunità attorno ai clochard del centro storico di Ortigia, che la notte cercano riparo al Foro italico, tra l’umidità e il freddo insostenibile di queste notti. Grazie alla collaborazione tra la Provincia e un’associazione di protezione civile lo scorso venerdì sera (ma solo quel giorno) hanno trovato ospitalità e ristoro, dopodiché né la Provincia né l’associazione coinvolta hanno dimostrato di essere pronte in maniera organica a questo tipo di emergenze, ma soprattutto non è pronta l’istituzione principalmente chiamata alla salvaguardia della salute di tutti coloro che risiedono nel proprio territorio, ovvero il Comune di Siracusa. E’ un segno di civiltà essere preparati in caso di emergenza ad aprire una struttura dove anche i senzatetto sappiano che possono riparare per non morire: accade a Roma con gli ingressi delle metropolitane, che vengono lasciati aperti la notte quando la temperatura scende eccessivamente, accade a Bari con la Fiera del levante, accade in Campania con le sedi della Cgil. Fortunatamente, anche a Siracusa esistono dei dormitori allestiti dai volontari o gesti isolati e privati di grande generosità, ma credo che l’istituzione sia chiamata a rintracciare un proprio sito e rendere pubblico che in questi casi possa costituire un punto per poter riparare.
Michele Mangiafico
Presidente del Consiglio provinciale
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