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Centinaia di precari dell’Azienda sanitaria provinciale di Siracusa hanno resistito in silenzio per anni di fronte alla prospettiva disillusa di una loro stabilizzazione, ruotata attorno a promesse ciclicamente rinnovate e mai mantenute. In questi giorni si fa un gran parlare di impegni che a vari livelli e a monte di una campagna elettorale vengono assunti per dare una risposta al bisogno diffuso di una porzione importante della popolazione lavorativa dell’Azienda. Mi auguro che, al contrario, venga invece trasmessa l’idea di una atto dovuto che fa seguito ad un procedimento amministrativo e che fuoriesce da qualunque preistorica strumentalizzazione. Le direttive dell'Assessorato Regionale per la Salute per attuare e definire i processi di stabilizzazione del personale precario operante presso le ASP siciliane emanate ad inizio estate, dopo l'ennesimo incontro richiesto in maniera congiunta dalle organizzazioni sindacali, prevedono infatti l'indizione di bandi di concorso entro il 31 dicembre 2012, ma che potranno avere ad oggetto anche la programmazione del fabbisogno di personale che si dovesse rendere disponibile successivamente. A tal proposito pare importante evidenziare la modifica apportata ai precedenti accordi per cui: "gli interessati dovranno presentare istanza solo presso l'Azienda Sanitaria di appartenenza". In funzione di quanto sopra, come sappiamo, si è tenuto a fine luglio il primo tavolo tecnico, per il monitoraggio di tale processo di stabilizzazione e la definitiva risoluzione della problematica, cui hanno partecipato rappresentanti dell'ASP di Siracusa e delle organizzazioni sindacali. che con quasi unità di intenti vogliono trovare la strategia più adeguata per garantire ai lavoratori in questione sia l'ottenimento del traguardo del posto a tempo indeterminato sia, contestualmente, il mantenimento del beneficio economico del full time, dovendosi però confrontare, paradossalmente, con una disponibilità finanziaria, frutto della storicizzazione della spesa per tale personale oramai indispensabile per la gestione della macchina amministrativa, e i posti in pianta organica, che comunque nel medio termine si renderanno liberi in virtù dei pensionamenti. Dentro questo recinto, sono certo che la classe dirigente amministrativa dell’azienda abbia tutte le competenze e le capacità per percorrere questa strada tanto attesa dai lavoratori, nel rispetto del percorso definito dalle norme, senza assistere al balletto dei parlamentari uscenti che dovessero nelle prossime settimane pensare di giocare sul terreno fertile dell’aspettativa una partita di cui non sono i protagonisti.
Michele Mangiafico
Presidente del Consiglio provinciale
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