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Sala Costanza Bruno gremita per il Consiglio provinciale aperto sui rischi industriali voluto dal presidente, Michele Mangiafico. Presenti numerosi consiglieri, esperti del settore, studenti dell’istituto siracusano “Insolera” che poi hanno rivolto alcune domande ai relatori. Un appuntamento importante, significativo, perché nel territorio siracusano insiste uno dei più grandi poli petrolchimici il che rende una larga porzione della provincia, attenta alle problematiche che non sono legate soltanto alla cosiddetta sicurezza, ma implicano anche questioni più ampie e di grande interesse collettivo, come le morti per tumore, le malformazioni, le gravidanze a rischio.
Diciamo subito che al di là del contributo che i relatori hanno portato al tema trattato in Consiglio, di nuovo è emerso che il prof. Elio Inzirello, docente di biologia molecolare ha proposto un progetto di gestione di sicurezza globale. Adesso la decisione spetta alla politica.
Il Consiglio si è aperto con il saluto del presidente della Provincia, Nicola Bono. “Plaudo – ha detto il capo dell’Ente di via Roma – all’iniziativa portata avanti dal presidente Mangiafico perché attiene a un grande e delicato tema come quello della salvaguardia della salute pubblica. Fino alla metà degli anni cinquanta la nostra era una provincia a carattere essenzialmente agricolo. Poi il processo di industrializzazione che ha portato ricchezza e il territorio in alto per quanto riguarda lo sviluppo economico. Ma abbiamo però pagato un prezzo enorme la tutela dell’ambiente e della salute. C’è stata una proliferazione di rifiuti industriali senza una visione corretta del rischio industriale. La coscienza ambientalista ha preso corpo solo all’inizio degli anni settanta, per cui in qualche modo è mancato il controllo.
“Un quarto del nostro territorio – ha continuato il presidente Bono – è stato dichiarato a rischio industriale e questo rischio industriale interessa metà della popolazione provinciale. Ritengo fondamentale il cosiddetto aspetto programmatico per cercare di fare prevenzione e oggi la Provincia ha maggiori competenze. Il Piano territoriale provinciale, per esempio, è importantissimo nell’ambito della individuazione dei meccanismi preventivi. La Provincia non aveva il Ptp, dal nostro insediamento abbiamo dato impulso a questo strumento e il Consiglio ha già approvato le cosiddette linee guida. Siracusa, oggi, ha 14 stabilimenti a rischio a il tutto deve essere valutato all’interno di un quadro di riferimento”.
Dopo il presidente Bono, ha preso la parola Maurizio Gatto, funzionario dell’ufficio di protezione civile della Provincia. Gatto ha sviluppato una evoluzione storica del polo industriale, a partire dal 1949, allorchè il petroliere Moratti fondò la raffineria “Oli minerali” (in pratica l’attuale Esso), e poi via via si passò dalla Sincat all’Isab, all’Enimont fino alla Erg che oggi riesce a raffinare 380 mila barili di greggio al giorno..
Maurizio Gatto, nel corso del suo intervento, ha anche accennato a tutti gli aspetti normativi, agli adempimenti cui devono far fronte i responsabili delle imprese, ha parlato dei compiti che spettano alle Province e ai comuni e ha concluso il suo intervento parlando di rischio industriale e pianificazione urbanistica e territoriale.
Gianni Attard, responsabile della protezione civile di Priolo ha esordito spiegando che l’attività di controllo si fa 24 ore su 24. “Come protezione civile – ha detto – se succede qualcosa dobbiamo attenerci a delle procedure per la salvaguardia della popolazioni. A coordinare le azioni di protezione civile è la Prefettura.
“Dobbiamo osservare con attenzione – ha detto Attard – gli eventi che superano il cosiddetto muro di cinta, mi riferisco alle esplosioni, ai fumi. In questi casi scatta il piano di emergenza esterno predisposto dalla prefettura. Sappiamo, ad esempio, di dover bloccare alcune strade. Entrano in scena le forze sanitarie. Il presidente della Provincia deve coordinarsi con la prefettura e con i sindaci dei comuni e i sindaci devono invitare le popolazioni e rifugiarsi in luoghi chiusi. Tutte le istituzioni dello Stato – ha concluso – sono impegnate nell’attività di prima emergenza”.
L’ing. Paolo Trigilio dell’ufficio tutela ambiente della Provincia, ha parlato della connessione tra la tutele dell’ambiente e il rischio industriale. Il rischio industriale – ha detto si manifesta in presenza di eventi di una certa importanza quando si è alle prese con sostanze notevolmente pericolose.
Trigilio ha parlato anche del rischio delle tubazioni vetuste, non manutenzionate che danno luogo a sversamenti di prodotti nocivi. “Noi – ha aggiunto – abbiamo una rete di monitoraggio progettata per tenere sotto controllo i normali processi produttivi, misura le immissioni. Una normativa locale, voluta dalla Provincia, contiene un codice di autolimitazioni di emissioni in caso di condizioni meteorologiche particolari”.
Il prof. Inzirello, dopo averlo fatto in commissione ambiente qualche mese fa, ha ribadito i rischi che corrono le donne in gravidanza. Ha poi accennato ad alcuni fattori di rischio: dall’incidente rilevante, alla vulnerabilità biologica, dall’esposizione acuta, agli eventi cosiddetti anomali fino all’esposizione a basse dosi e per lungo tempo e ha definito eventi rilevanti le emissioni di fumo, gli incendi, le esplosioni.
Inzirello ha anche lui parlato del coordinamento tra i vari enti, ha ribadito con forza il concetto della vulnerabilità biologica che finisce con l’interferire con la riproduzione. “L’obiettivo – ha detto – dev’essere quello di contenere il rischio industriale; ha proposto al Consiglio il suo progetto, ha accennato alla programmazione sanitaria, alle problematiche militari ha auspicato un costante monitoraggio ambientale”.
Terminata questa fase, i ragazzi dell’Insolera hanno posto alcune domande ai relatori. Domande sulla coesistenza tra la centrale nucleare e appunto il rischio industriale, sulla raccolta differenziata dei rifiuti che vede Siracusa in coda in Italia, sulle malformazioni, sul conferimento dei rifiuti industriali presso la discarica di Melilli.
Poi la parola ad alcuni consiglieri provinciali. Alessandro Acquaviva ha illustrato una mozione, firmata anche dai consiglieri Liddo Schiavo e Gino Gionfriddo, mozione che invita il Consiglio provinciale a chiedere alla Giunta provinciale di richiedere al comitato tecnico regionale il riesame del nulla osta di fattibilità già concesso al 2006 alla Ionio gas per il rigassificatore di Melilli.
“Gli incidenti rilevanti e, soprattutto, la contaminazione di fondo, particolarmente esasperata dalle ormai croniche anomalie ed incidenti di varia entità, rappresentano – ha detto il consigliere Salvo Oddo - il principale motivo di danno per la salute pubblica. Spesso è stata la magistratura a sostituirsi alla politica. Spero che questo piano presentato dal prof. Inzirello venga adottato dal Consiglio provinciale”.
Il consigliere Rosario Di Lorenzo ha manifestato apprezzamento per l’intervento del prof. Inzirello e ha parlato degli aspetti sanitari. Ha concluso affermando che le segnalazioni sono estremamente importanti per la prevenzione.
“Ai cittadini – ha sottolineato il consigliere Nino Butera – bisogna offrire il massimo della sicurezza. Bisogna riprendere la filosofia della legge istituiva delle Province: ai cittadini bisogna offrire una migliore qualità della vita. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo registrato un attacco al territorio non voluto dalla popolazione un attacco che ha deturpato e inquinato il territorio”.
Il consigliere Gino Gionfriddo ha espresso compiacimento per l’iniziativa del Consiglio provinciale e ha sottolineato come forte è, da parte dei cittadini, la richiesta di sicurezza. E’ stato depenalizzato il reato ambientale, in questo senso considero latitante la politica. Auspico che da parte della politica vi sia una maggiore attenzione verso le questioni ambientali”.
“La politica – ha sostenuto Giuseppe Bastante – ha avuto un grande beneficio dal progresso, però il territorio ne è uscito devastato. Qualche tempo fa ho sentito parlare i sindacati di sviluppo sostenibile attraverso l’industria. Assurdo! Occorre una maggiore qualità della vita”.
Il presidente del Consiglio provinciale, che ha chiuso i lavori, ha voluto sottolineare il ruolo del Consiglio provinciale e il forte ruolo di indirizzo che ricopre. “Il Consiglio provinciale – ha detto Mangiafico – ha raccolto l’istanza proveniente dalle commissioni competenti ad attenzionare la problematica industriale, comprendere le competenze della Provincia Regionale e quanto ancora non è stato fatto e bisogna fare da parte di tutti per dare il massimo della sicurezza ai nostri concittadini”.
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