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28-06-2013

Taglio delle Province, Salvo Salerno critico:
illegittima l'abolizione.



L'avvocato Salvo Salerno.
Attenzione anche sulle competenze delle ex amministrazioni provinciali da ripartire tra Regioni e Comuni. "Con l'effetto - dice Salerno - di accrescere da una parte il già ipertrofico e malfunzionante corredo competenziale della Regione e dall'altra di aggravare i Comuni di nuove competenze dirette, per le quali dovranno trovare le risorse con l'aumento del carico fiscale". Resta poi l'interrogativo sul futuro delle migliaia di dipendenti "atteso - precisa Salerno - che nè il Comune nè la Regione possono accollarseli senza derogare ai vincoli in materia di costo del personale e di patto di stabilità".
L'abolizione delle Province, quale ente intermedio tra Regione e Comuni sarebbe illegittima e violerebbe inoltre la Costituzione. Producendo un accentramento di poteri nelle mani della Regione. "C'è poi la pesante questione delle rappresentanza indirette o di secondo grado - aggiunge Salerno - soluzione scelta dal Governo, il quale legandosi alle più antiche legiferazioni regionali degli anni cinquanta del secolo scorso, si dimentica totalmente le conquiste che hanno "costituzionalizzato" le Province e con le quali, molto in breve, le comunità locali si autogovernano, si danno norme organizzative, eleggono i propri rappresentanti, regolamentano servizi, legittimano con il voto le imposizioni tributarie secondo il principio "notaxationwithoutrapresentation".
Viene poi smontata la tesi della "razionalizzazione" amministrativa visto che "accanto a quello dato per sicuro di Gela, ci saranno almeno una trentina di altri Liberi Consorzi".
"Su tutto - conclude Salerno - incombe l'interrogativo costituzionale e di buona amministrazione, su come presume il Governo regionale, senza averne potere, di disporre indirettamente su una delicata materia organizzativa statale nella quale operano enti e organi come prefetture, questure, provveditorati, determinando un grave rischi di default del sistema amministrativo statale in Sicilia le cui conseguenze sarebbero pagate proprio da liberi Comuni e cittadini".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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