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23-05-2013

Incontro all'Ars con i rappresentanti delle Province Regionali
Bono: auguriamoci che sia un primo passo per restituire
agli enti di area vasta il maltolto.



Il Presidente Nicola Bono
Non è un caso, infatti, che l’anno scorso tali adempimenti sono stati correttamente eseguiti, con l’emissione di un apposito decreto regionale che ha liquidato integralmente le somme dovute. Uno sforzo però di un solo anno, sostituito nella Finanziaria regionale 2013 da un “gioco di prestidigitazione”, con cui la Regione si è appropriata indebitamente dell’intero importo dell’addizionale e di altre risorse ancora, riducendo di quasi il 60% le entrate delle Province Siciliane, relative alle medesime poste dello scorso anno. E’ inutile dire che con tali tagli è impensabile potere procedere alla chiusura dei Bilanci per tutte le Province Regionali Siciliane, mentre la situazione per la Provincia Regionale di Siracusa è ancora più paradossale, perché grazie alla correttezza della gestione amministrativa il Bilancio di Previsione 2013 era già stato redatto e approvato dalla Giunta Provinciale, e dal 1° marzo 2013 inviato all’esame del Consiglio Provinciale, che stava per inserirlo all’ordine del giorno. Purtroppo, la sciagurata decisione della Regione, di appropriarsi dell’addizionale sull’energia elettrica, ha fatto venire meno gli equilibri di bilancio faticosamente raggiunti, rendendo impossibile l’approvazione del fondamentale strumento contabile, inoltre – ha continuato l’on. Bono - da oltre 2 anni e mezzo la Regione non paga la sua quota, pari al 60% dello stipendio del personale ex articolista, oggi stabilizzato, e di fatto usa la Provincia di Siracusa come se fosse il suo “bancomat”. Si tratta nella fattispecie di una gravissima reiterata violazione di altre leggi regionali ed in particolare dell’art. 2 della L.R. 24/2000 e dell’art. 23, c. 14 della L.R. 19/2005, che attribuiscono alla Regione il pagamento del 60% degli stipendi, quale contributo per la stabilizzazione del personale precario. Una strana filosofia di governo quella di questo esecutivo regionale, che distribuisce stipendi e indennità a un’infinità di categorie, in molti casi per servizi di discutibile utilità sociale, e non paga invece gli stipendi del personale che, con grande fatica, gli Enti territoriali sono riusciti a stabilizzare. Per tali ragioni abbiamo richiesto e ottenuto decreti ingiuntivi per un importo di 15 milioni e 707 mila euro, anche perché essendo stati costretti ad anticipare queste enormi risorse al posto della Regione inadempiente, abbiamo totalmente esaurito la nostra liquidità finanziaria che, in passato, non era mai stata oggetto di problematicità di alcun tipo. Ritengo pertanto positiva l’iniziativa del Presidente Ardizzone e dei capigruppo consiliari di fare una opportuna verifica sullo stato di fatto e di diritto in cui sono state ridotte le Province Siciliane, specie dall’ultima finanziaria regionale, i cui danni vanno comunque riparati, a prescindere dalla sorte degli Enti di area vasta, poiché attengono alla corretta erogazione dei servizi ai cittadini, che comunque devono essere garantiti”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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